Roma - All'indomani del discorso del presidente della Camera, Gianfranco Fini, il centrodestra prende le misure e cerca di contenere gli argini trasformando le tensioni in un'occasione proficua di dibattito all'interno del partito stesso. Così, mentre il Guardasigilli Angelino Alfano è confinto che "la squadra che vince che non si cambia", il ministro delle Riforme Umberto Bossi è convinto che "un punto di equilibrio" si possa trovare: "Le tensioni si risolvono". Ma sulle politiche migratorie non è disposto a mollare di un millimetro: "Gli immigrati? Se li porti a casa sua". Poi insiste: "Fini? Ognuno può suicidarsi come vuole. Dare il voto agli immigrati non mi pare che è quello che vuole la gente. È una scelta sbagliata. Noi preferiamo stare con la gente".
Bossi stempera le tensioni Il Senatùr è convinto che tra Fini e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si troverà "un punto di equilibrio" e che le tensioni tra i due "sono cose che si risolvono". A Pian del Re per la classica cerimonia dell’ampolla dell’acqua sorgente del Po, Bossi osserva che "non sono partiti come la Lega, che è forte e che ha molti voti e quindi alla fine la ragionevolezza si impone". Tuttavia sulle politiche migratorie il segretario federale non è disposto a muoversi di una virgola: "Dice di aprire agli immigrati? Se li porti a casa sua". Poi, però, chiarisce: "Sull’immigrazione è stato fatto un accordo elettorale. E lui (Fini, ndr) è uno che mantiene i patti al di là di quello che ha detto. C’è un patto - ribadisce - e sono sicuro che lo manterrà". D'altra parte a Bossi non piace nemmeno l’ipotesi di introdurre una norma per concedere l’asilo politico in mare: "Non sono in grado di fare una valutazione su due piedi, ma secondo me no. Si fa la legge, poi la controlegge, ma se uno non può stare qui torni al suo paese. Non è un metodo giusto quello di entrare da clandestino, si entra regolarmente e democraticamente". Vale lo stesso ragionamento, conclude Bossi, per la proposta di accorciare i tempi per diventare cittadini italiani: "Non bisogna aggirare la legge. La legge c’è e va applicata quella che c’è".
Alfano "ricuce" la squadra Fini-Berlusconi "Squadra che vince non si cambia". Il percorso del Pdl, per il ministro della Giustizia Angelino Alfano, è giusto, tant’è che bisogna essere "orgogliosi di quello che si sta facendo". "Io dico - sottolinea - che bisogna superare la distinzione tra il 60 e il 30%, noi dobbiamo essere al cento per cento del Pdl". Il ministro parte dalla considerazione che "si è stravinto le elezioni grazie alla grande intuizione di Fini e Berlusconi". "Se ciò è avvenuto - ha aggiunto - non c’è alcuna ragione di rompere questo circuito magico". Alfano, a cui la platea ha indirizzato diversi applausi, ha evidenziato che "in un momento di bipolarismo forte, il ruolo del partito e del leader è diverso da quello della prima repubblica".
Caso escort organizzato dalla mafia Secondo il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, tutto l'affaire escort sarebbe "stato messo in piedi dalla mafia". A Pian del Re dove ha rinnovato il rito della raccolta dell’acqua dalle sorgenti del Po, il Senatùr ha risposto duramente a chi gli domandava una sua impressione sulle vicende delle ultime settimane che hanno coinvolto il presidente del Consiglio.
"Abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia - ha proseguito il leader del Carroccio - e, quindi, l’ho detto anche a Berlusconi guarda che qui c’entra la mafia. Chi ha in mano le prostitute e la mafia, sono convinto che è la mafia che ha organizzato tutta questa cosa qui". Per ritorsione contro il governo? Hanno chiesto i cronisti. "Esatto", ha, infine, concluso Bossi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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