Roma - «Tutti hanno paura del voto». È sicuro Umberto Bossi: a destra ma anche a sinistra nessuno vuole una crisi che «ora sarebbe davvero pericolosa». Per questo il governo passerà indenne le forche caudine della fiducia in Parlamento, malgrado le tante e profonde crepe della maggioranza. Lui, il Senatùr, personalmente può garantire solo per i suoi (e ci mancherebbe): «Berlusconi sa. Io non so, noi daremo i voti della Lega», dice ai giornalisti a Montecitorio. Ma la sua impressione è che a salvare Silvio Berlusconi sarà l’epidemia di urnofobia: per cui è inutile che il premier si affanni con il pallottoliere, lo voteranno in tanti, «non solo i finiani, ma anche la sinistra».
E l’Udc? Ma sì, anche loro. Al cronista che gli chiede se l’appoggio esterno dei centristi all’esecutivo sia un fatto positivo, Bossi concede laconico: «Sì». L’entusiasmo abita altrove, ma il Bossi di questi giorni è in versione catenacciara. Leggi: prima non prenderle. E va bene così. Anche se poi lo scarso feeling con Casini emerge nelle pieghe del discorso: «Comunque se la vedano loro, Berlusconi è il capo», taglia corto. Poi Bossi torna a graffiare, parlando del Sud. Due i temi di attualità: l’emergenza rifiuti in Campania e le infiltrazioni mafiose.
A proposito delle quali Bossi espone una sua certa teoria: «Berlusconi con la mafia non c’entra nulla - garantisce il Senatùr con la saggezza del buon padre di famiglia - ma se porti il partito al Sud rischi di incontrare la mafia. Io non ho mai fatto andare la Lega al Sud, ad esempio una volta andammo in Calabria e abbiamo trovato uno della ’ndrangheta. Se vai in certi posti, è facile che porti il partito nei pasticci». E poi, a proposito della sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri: «Dell’Utri non lo conosco, poi so che Mangano poveretto faceva lo stalliere. Non sono in grado di entrare nel merito ma non penso che Berlusconi sia legato alla mafia. Berlusconi corre i rischi insiti nella politica, in politica trovi di tutto, magari saluti uno e poi scopri che è poco affidabile».
Il guaio di Berlusconi, secondo Bossi, è che «è generoso, una volta ha staccato un assegno a una donna che voleva vendere un rene per far curare il marito». Infine l’emergenza rifiuti,argomento che scatena il ministro per le Riforme per il federalismo. Che scagiona completamente il premier: «L’unico che in questa vicenda può dire qualcosa è Berlusconi perché ha dimostrato di saper fare». E dice un no secco allaprospettiva di traslocare i rifiuti al Nord: «La gente si incazza. Il rischio è che dovunque li porti, i rifiuti, scateni il casino».
La fiondata Bossi la riserva invece al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, sulla quale recapita ai giudici una sorta di notizia di reato: «Io mi chiedo perché la magistratura non intervenga sul sindaco di Napoli». Una frase che scatena il sarcasmo più che l’ira dell’interessata: «Ho le mani e la coscienza pulite. Intervenga pure la magistratura, lasciate perdere Bossi... Io non ho alcun problema. Se Bossi vuole essere preciso dica anche quale norma avrei eluso o quale reato avrei commesso. Sono strapulita».
Più duro il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Ricordo a Bossi che era della Lega il sindaco che riempì Milano di rifiuti e io da presidente della Regione mi offrii di prenderli. È vergognoso.
È assolutamente ragionevole quello che ha detto Errani: il governo dichiari la situazione di emergenza, chieda aiuto a tutti e chi ha buon senso agisca. Se Bossi vuole metterci quella faccia ce la metta, noi no».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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