Bossi frena: non rompo con Berlusconi

Il leader leghista evita una frattura e lascia libertà di coscienza oggi sul voto per il deputato campano

Bossi frena: non rompo con Berlusconi

Roma - Non ha tutti i torti Francesco Sisto quando evoca per oggi un vero e proprio «mezzogiorno di fuoco». Il deputato del Pdl si riferisce al voto della Camera sull’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino previsto proprio per le 12, ma in giornata è attesa anche la decisione della Consulta sull’ammissibilità dei referendum elettorali. Due passaggi importanti e che, a seconda di come si chiuderanno le due diverse partite, potrebbero cambiare il quadro politico al punto di far scricchiolare il governo Monti.

Se il voto su Cosentino coinvolge soprattutto il Pdl e i suoi equilibri interni oltre che il delicato rapporto con la Lega (anche se ieri sera Umberto Bossi ha teso una mano al Cavaliere dicendo che lascerà ai suoi deputati «libertà di coscienza»), la questione referendaria potrebbe avere invece effetti su una fetta ben più larga di partiti e in particolare il Pd. Già, perché al di là delle dichiarazioni di facciata, l’attuale «Porcellum» non dispiace affatto né al Pdl né al Pd che sono consapevoli di quanto sarebbe complicato sedersi intorno ad un tavolo e cercare di ridisegnare la legge elettorale prima della tagliola referendaria. Insomma, per dirla con le parole dell’ex ministro Raffaele Fitto, se oggi la Consulta ammettesse uno dei due referendum - ipotesi che ieri a tarda sera sembrava prendere quota - si farebbe «un passo» in avanti «verso le elezioni anticipate». Quasi tutti i partiti, infatti, pur di conservare alle segreterie la facoltà di decidere le candidature avrebbero un interesse a tornare alle urne. Il che farebbe slittare i referendum al 2013.

Ma cosa deciderà la Corte Costituzionale lo si saprà solo oggi. E un’altro scenario piuttosto gettonato è che possa dichiarare inammissibili tutti e due i quesiti puntando però il dito nel dispositivo sugli aspetti «problematici» del premio di maggioranza o sulla suddivisione dei collegi (che risalgono al censimento del 1991). Un modo per minare comunque il «Porcellum» e chiedere di fatto ai partiti di rimettere mano all’attuale sistema. Sarebbe questa la soluzione caldeggiata dal Quirinale e molto gradita a Mario Monti, perché di fatto per il governo equivarrebbe quasi ad un’assicurazione sulla vita. Anche se in verità, lo spiega il costituzionalista e senatore del Pd Stefano Ceccanti, un’indicazione in questo senso «non sarebbe comunque cogente per i partiti». Che potrebbero infischiarsene.

Quel che è certo è che soprattutto nel Pdl s’allarga il partito di chi spera che la Consulta ammetta i referendum. E dia una spinta verso le elezioni. La vicenda Cosentino, infatti, rischia di essere esplosiva e far saltare un asse importante di via dell’Umiltà. Se il coordinatore campano del Pdl finirà in carcere, infatti, sarà difficile mettere un freno alle insofferenze che già si registrano nel Pdl nei confronti del governo. E il messaggio ieri sarebbe stato recapitato non solo a Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini ma anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Perché il Pdl - questo il senso del ragionamento - non può far parte di una maggioranza che punta a scardinarlo.

Partita delicata, insomma. E sul filo visto che su Cosentino il voto sarà segreto. Con una Lega che andrà in ordine sparso visto che ieri sera Umberto Bossi ha pubblicamente contraddetto la decisione di votare per l’arresto presa dalla segreteria politica di via Bellerio e sostenuta con forza da Roberto Maroni. «Dalle carte - spiega il Senatùr - non esce niente». Quindi «penso che lascerò libertà di coscienza». Una mano tesa a Berlusconi, dunque. Anche se Bossi disse più o meno le stesse cose prima del voto su Alfonso Papa e come andò a finire è noto. Non a caso il Pdl ha già iniziato la «guerriglia» sulle liberalizzazioni.

Nell’incontro di domani, spiegano i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, diremo che «si deve partire dai grandi potentati, dai servizi pubblici, dalle autostrade, dall’energia e dall’acqua». Come a dire: non pensate di cavarvela con tassisti e farmacisti.

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