Bossi jr: «Vedrete quel che so fare con il federalismo»

«Sarà un lavoro tosto e lavorerò, soprattutto in vista del federalismo». Renzo Bossi si prepara alla prima seduta del consiglio regionale, convocato per martedì prossimo. All’ordine del giorno la nomina del presidente, dei due vice e dei due segretari dell’ufficio di presidenza, oltre che della giunta per le elezioni. Il figlio del Senatùr sa bene quel che pensano di lui in molti, fuori e dentro la Lega: «Da martedì farò vedere che cosa so fare a chi dice che sono un figlio di papà e solo dopo si potrà parlare». Obiettivo numero uno il federalismo «perché le Regioni oggi più che mai devono rivendicare le loro competenze».
Parole che avrà certo sentito ripetere a casa. E in effetti il federalismo lombardo è uno degli obiettivi politici del Carroccio al Pirellone. Formigoni, però, non vuole farsi sottrarre l’iniziativa su un tema che ritiene centrale nel suo governo regionale: le deleghe di giunta sono state attribuite a Romano Colozzi, che si occupa (ormai da tempo) dei rapporti con il governo e le conferenze istituzionali. C’è poi la presidenza del consiglio regionale, destinata al leghista Davide Boni, anch’essa determinante, perché stabilisce gli ordini del giorno e il calendario dei passaggi in aula delle leggi. Si tratta di un ruolo politico importante in vista del federalismo regionale.
Proprio per questo si profila uno scontro tra Pdl e Lega per la presidenza della commissione Affari istituzionali, nella scorsa legislatura guidata dall’azzurro Sante Zuffada. Il consigliere vicino al sottosegretario Mario Mantovani è il candidato in pole position per mantenere la presidenza della commissione, strategica per procedere all’attuazione del federalismo: tra le competenze la devoluzione di funzioni e compiti dallo Stato alla Regione e agli enti locali, le autonomie locali, i rapporti internazionali e con l’Ue. Con un ulteriore bonus: semplificazione, snellimento e trasparenza dell’attività amministrativa, altro tema caldo del Formigoni quater.
La Lega, quindi, vorrebbe portare a casa anche la commissione Affari istituzionali, o almeno intende usarla in sede di trattative. Tra i candidati il bresciano Alessandro Marelli, trentasettenne, militante lumbard dal ’91, tra i fondatori dei Giovani padani e con una laurea in giurisprudenza da spendere come titolo per guidare la commissione.
Tra le altre richieste extra del Carroccio un segretario delegato dell’ufficio di presidenza e il candidato sarebbe Giosuè Frosio, il più votato della Lega a Bergamo.

Una pretesa che farebbe lo sgambetto a Massimo Ponzoni, tra i candidati del Pdl all’incarico. Alla Lega restano poi da “piazzare” i consiglieri anziani (non certo anagraficamente) Luciana Ruffinelli, probabile presidente della commissione Cultura, e Fabrizio Cecchetti, già presidente della Bilancio.

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