Bossi: "La Moratti sui graffiti? È bacchettona"

Il senatùr è con il popolo dei writers e dice no alle sanzioni di 500 euro per chi imbratta i muri con le bombolette A difesa del sindaco interviene il premier Silvio Berlusconi: "Chi sporca va punito". Anche An sulla stessa linea

Bossi: "La Moratti sui graffiti? È bacchettona"

La guerra ai graffitari non piace a Umberto Bossi. «I muri devi lasciarli stare, sono il libro dei popoli» ha tuonato il senatùr che non ha davvero apprezzato l’ordinanza del sindaco Letizia Moratti che minaccia 500 euro di multa per gli imbrattatori. «Più bacchettona della Moratti non c’è nessuno», rincarato la dose il leader del Carroccio che non si fa mancare nemmeno un amarcord e racconta di quando, nei tempi andati, si faceva portare in auto da Bobo Maroni (oggi ministro dell’Interno) sull’autostrada per dipingere enormi scritte. «Dovunque c’è un popolo, lì ci sono scritture. I muri devi lasciarli stare - l’invito di Bossi alla Moratti -. Con tutto quello che c’è da fare, adesso salta fuori anche la storia dei graffiti». Pronta la replica di Silvio Berlusconi che ieri, durante la visita al Salone del Ciclo e motociclo alla Fiera di Rho-Pero, si schiera con donna Letizia e bacchetta il Bossi on the road. «Chi imbratta va punito - taglia corto il premier -. Bisogna riportare l’Italia al decoro e alla dignità. Sono andato in Cina e a Pechino è tutto pulito. Tutto perfettamente in ordine». Chiaro. Anche se quella di Bossi questa volta non è una semplice boutade. A riconfermare la posizione della Lega, infatti, ci sono anche le parole di Paolo Grimoldi, deputato e coordinatore federale dei Giovani Padani che si schiera a muso duro contro le misure anti-writers annunciate da Berlusconi, minacciando addirittura una mobilitazione dei giovani lumbàrd contro Palazzo Chigi. «Il governo deve mostrare il pugno duro del decisionismo contro i veri crimini, non mostrare severità contro i graffiti che certo non rappresentano una priorità. Il rischio è passare dalla difesa della legalità alla ridicolaggine». Pronta la replica dell’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo. «C’è una volontà del popolo da rispettare che è più importante del pensiero di Bossi - assicura -. E la vera volontà del popolo è di avere una città decorosa e pulita». Avanti con l’ordinanza dunque. «I muri libro dei popoli? Non solo i muri - prosegue - ma tutta la città appartiene ai cittadini e credo che al di là di quello che pensano Bossi o il sindaco Moratti, la gente ha il diritto di scegliere se la propria casa debba essere pulita o scarabocchiata. Al di là del comune buon senso, è evidente che la gente ci chiede di tenere la città pulita e decorosa: questa è la vera volontà popolare». Cadeo ricorda che «anche noi abbiamo sempre distinto tra scarabocchi e murales che possono costituire una forma di espressione artistica, ma abbiamo ritenuto che il problema di conservare una forma d’arte sia assolutamente secondario rispetto al problema di tutelare il decoro della città: su questo è concentrata la nostra attenzione. C’è una volontà popolare da rispettare, più importante del pensiero di Bossi». An schierata con la Moratti, dunque, anche se il reggente e ministro Ignazio La Russa non ha mai nascosto di avere opere di writer appese nella bella casa di Roma e confessa di essersi travisato per poter andare al Leoncavallo a vedere i graffiti. E, del resto, solo pochi giorni fa il neo assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory a domanda precisa non ha opposto un no deciso. «Trovatemi un altro Basquiat e gli faccio dipingere casa mia. Il lavoro di un graffitaro dà valore, ma deve essere proprio bravo e deve avere inventato qualcosa».

Come a dire che ci sono graffitari buoni e graffitari cattivi. «Siamo artisti di strada, non vandali», si difende Daniele Nicolosi, in arte Bross, ottimo artista e re dei writers milanesi. La guerra della Moratti contro gli «scarabocchi» non sarà davvero semplice.

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