Bossi prepara il programma con la Moratti

In pubblico tira la corda e fa un po’ il ganassa, ma tra le accoglienti mura di Palazzo Marino Umberto Bossi sta già mettendo nero su bianco il programma per le elezioni comunali di maggio. Il fine settimana del 15 la data oggi più probabile. «Letizia Moratti sindaco? Vediamo, ne dobbiamo ancora parlare con Berlusconi», l’ha nuovamente sparata il Senatùr domenica. Lasciando intendere che la sua candidatura sarebbe ancora in ballo e che la Lega non ha nessuna intenzione di cedere tanto facilmente il passo. Nessuna rottura, ma evidentemente solo una tattica per alzare il prezzo al tavolo delle trattative quando si tratterà di decidere per vicesindaco e assessori come dimostra il lavoro già cominciato per preparare i punti da presentare in campagna elettorale. E il piano di lavoro della nuova giunta che, come assicura il coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà, «sarà il completamento di quanto di buono la Moratti ha già fatto in questi primi cinque anni». Sicurezza, presenza sul territorio, servizi sociali, uno sviluppo urbanistico di qualità, promozione del brand Milano in tutto il mondo e cultura sono i capitoli a cui la Moratti ha dimostrato di tenere particolarmente. Più che alle alleanze e a un allargamento della coalizione che oggi è soltanto un punto di domanda. «L’Udc dentro o fuori? Guido Podestà è diventato presidente della Provincia - taglia corto il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa - anche senza bisogno dell’Udc». Decisive, fa capire Podestà stesso, «saranno le logiche romane che al momento portano alla scelta di presentare un candidato del terzo polo, ma non credo che il l’elettorato dell’Udc che in Lombardia è sempre stato di centrodestra, seguirà questa scelta». Porte aperte, invece, a una possibile alleanza con la Destra di Francesco Storace.
Di questo e altro si è discusso ieri a Palazzo Isimbardi durante il coordinamento del Pdl. Presenti oltre a Podestà, La Russa e la Moratti, anche Massimo Corsaro, Daniela Santanchè, Laura Ravetto, Mario Mantovani, Alfredo Mantica, Roberto Formigoni e Maurizio Lupi. Sul tavolo l’analisi della situazione politica dato che in Lombardia presto andranno al voto due province e oltre 250 Comuni. Tra cui appunto Milano che, se non si dovesse votare anche per il premier, si trasformerebbe in un vero e proprio test nazionale. Carico di significati che andrebbero ben oltre i Navigli. A cominciare dal peso dei «futuristi» finiani che proprio a Milano terranno a febbraio l’assemblea che fonderà il nuovo partito. Pronto, invece, un calendario a marce forzate del Pdl «per dare sostegno a Berlusconi ingiustamente attaccato da magistrati e giornalisti e per far conoscere agli italiani il lavoro di questo governo». Riforma dell’università, federalismo, aiuti alle imprese, spiega La Russa, gli obiettivi già raggiunti. Precisando che «la vicenda di Ruby non c’entra proprio». Si parte il prossimo fine settimana con gazebo e banchetti nelle strade e nelle piazze di tutta la regione in appoggio a Berlusconi e ai suoi ministri. Nel week end successivo appuntamento in un grande teatro per parlare di federalismo.

Nel fine settimana del 4 e 5 febbraio attenzione puntata sull’Expo. Nel successivo manifestazioni su sicurezza e immigrazione. Possibile l’intervento di Berlusconi. E, magari, la presentazione ufficiale della Moratti come candidato del centrodestra.

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