Bossi spariglia le carte: sì all’arresto di Papa (Pdl) Il Senatùr: «In giunta per le autorizzazioni potremmo votare a favore del carcere» Il deputato azzurro indagato a Napoli: «Sono sereno, attendo di esser ascoltato»

Massimo Malpica

RomaIl Carroccio potrebbe votare a favore della richiesta d’arresto per Alfonso Papa, il parlamentare del Pdl coinvolto nell’inchiesta napoletana sulla cosiddetta P4. A sparigliare i giochi e gli equilibri è stato, ieri pomeriggio, Umberto Bossi. Il Senatùr, a chi gli chiedeva se i rappresentanti in giunta del Carroccio avrebbero votato il via libera al carcere ha risposto «penso di sì», incendiando quella che, fino a quel momento, era stata una giornata interlocutoria.
In giunta, ieri, il relatore sulla proposta d’arresto, l’avvocato-deputato Francesco Paolo Sisto, ha espresso il suo «no», motivandolo con il «fumus persecutionis», l’intento persecutorio che i pm napoletani avrebbero mostrato contro Papa, come «si evidenzia nelle foto dei pedinamenti e degli appostamenti». Decisamente schierati per il sì, invece, Pd, Idv e Terzo polo. Ma ieri non si è votato sulla relazione di Sisto né sulla sua richiesta di chiedere alla procura di Napoli la trasmissione di tutti gli atti dell’indagine (16mila pagine: Castagnetti ha invitato Sisto a rinunciare), e la giunta è stata riconvocata per il 6 luglio. Poi, dopo la dichiarazione di Bossi, il quadro degli schieramenti si è complicato. E mentre il Pd, con Marilena Samperi, «auspica» che alla posizione di Bossi faccia seguito il «sì» dei rappresentanti della Lega nella giunta, nel Pdl a commentare l’uscita del leader del Carroccio è Ignazio La Russa, che ricorda come «il voto in giunta non è mai connesso a un vincolo di maggioranza», anche se di solito «per prassi questo spesso accade». Morale, «nessuno può lamentarsi se qualcuno votasse in difformità», conclude il ministro della Difesa. Più interpretativa la lettura delle parole di Bossi da parte dello stesso Sisto. Quel «penso di sì», secondo l’esponente della maggioranza, «è solo un segnale che la Lega sta riflettendo». E Papa? Il diretto interessato dalla decisione del Parlamento mantiene un profilo basso e non replica al Senatùr: «Sono serenissimo», dice, «parlerò mercoledì in giunta».
La seduta del 6 luglio diventa dunque un passaggio chiave. Lo conferma anche Luca Rodolfo Paolini, uno dei due deputati leghisti nella Giunta, che sceglie prudentemente di temporeggiare ed evita dichiarazioni anticipate di voto. «Attendiamo serenamente la seduta di mercoledì, quando sentiremo Papa che ha chiesto di essere ascoltato e le opinioni dei vari commissari».
Prudenza o meno, è certo che da ieri al braccio di ferro tra maggioranza e opposizione sulla richiesta arrivata dal gip napoletano si è aggiunta l’incognita-Lega. La linea del Pdl, ribadita da Sisto, è di motivare il «no» in difesa delle prerogative parlamentari, non «delle persone e delle responsabilità». Di parere opposto Fli e Udc, oltre ovviamente all’Idv e al Pd, che in aprile aveva votato sì, in Senato, anche alla richiesta per l’ex assessore alla Sanità di Vendola, Alberto Tedesco. Nel caso del senatore Pd l’Aula non ha ancora votato perché attende l’esito del ricorso presentato dalla procura di Bari contro la decisione del Riesame, che aveva concesso i domiciliari a Tedesco. Per Papa, invece, il ricorso al Riesame non è stato ancora presentato semplicemente perché, come spiega il legale del parlamentare indagato, Giuseppe D’Alise, «al momento l’ordinanza non ci è stata ancora notificata».
Intanto l’inchiesta sulla P4 è al centro di un’interrogazione al Guardasigilli presentata da Manlio Contento, nella quale si chiede ad Alfano un’ispezione alla procura di Napoli. L’interrogazione critica la divulgazione delle intercettazioni sulla stampa, anche quando non rilevanti, e domanda «se proprio la contestazione del reato associativo (rigettata dal gip, ndr) sia stata posta alla base dell’intera operazione investigativa».

Che l’associazione per delinquere fosse il pilastro del teorema dei pm, d’altra parte, è reso evidente anche dal fatto che proprio ieri Woodcock e Curcio hanno presentato appello contro quel rigetto da parte del gip. La decisione è attesa per il 20 luglio, quando il destino di Papa, a Montecitorio, dovrebbe essere già deciso: il termine per portare il parere della giunta in Aula scade il 15.

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