Bossi tiene ancora la Moratti sulla graticola

Umberto Bossi rimette sulla graticola lady Letizia e lei risponde solo con un sorriso. La candidatura a sindaco? «Sono accordi che si fanno con Berlusconi e con la Moratti, vedremo», ha risposto il Senatùr ai giornalisti l’altra notte a Calalzo di Cadore dopo la tradizionale «cena degli ossi» consumata con il ministro Giulio Tremonti e tutto lo stato maggiore della Lega (Roberto Calderoli, Roberto Castelli, Luca Zaia, il figlio Renzo). Oltre al banchiere Massimo Ponzellini.
Una riserva, quella sul sindaco, che il Carroccio ancora non scioglie. Nonostante il via libera di Silvio Berlusconi alla candidatura ci sia già stato. Al teatro Nuovo, a novembre, con una telefonata del premier durante la manifestazione del Pdl in appoggio al governo in vista del voto di fiducia in parlamento. Non abbastanza per convincere Bossi a dar la sua benedizione. Come dimostra anche quest’ultima punzecchiatura di un leader che sente in poppa il vento buono dei sondaggi. Che vedono e dicono la Lega in grande avanzata. Soprattutto a Milano dove, fra l’altro, l’ultima volta prese una bella batosta con appena due consiglieri entrati a Palazzo Marino. E Giancarlo Pagliarini che presto se ne andò nel gruppo misto.
Ora Bossi spiega che la posizione ufficiale e (spera la Moratti) definitiva del partito, verrà definita durante una riunione del consiglio federale della Lega convocato presto a Milano in via Bellerio. Di certo, comunque, c’è che l’alleanza del centrodestra anche a Milano tiene. E che il giudizio di Bossi sul sindaco è positivo. Critico, semmai, sulla squadra di Palazzo Marino. «La Letizia mi piace - ha sentenziato - Si dà da fare. Poi avrebbe bisogno attorno di gente più creativa». Più di un velato riferimento all’investitura di un uomo della Lega (magari l’europarlamentare Matteo Salvini) al ruolo di vicesindaco. Immediata la replica della Moratti. Un sorriso e uno scrollar di spalle al dubbio di Bossi sulla sua ricandidatura, ma una difesa ben più piccata dei suoi più stretti collaboratori. «Ci vogliono persone creative e anche concrete» ha risposto ieri in piazza Castello a margine della presentazione dell’iniziativa «Amico Pets».
Per Bossi, comunque, qualche dubbio sul sindaco, nessuno su Milano. Considerata sempre «la vera capitale di questo Paese». Perché, ha spiegato, lo dimostra il fatto che «a Londra se non sei lombardo non ti fanno prestiti». Il presidente di Bpm e Impregilo Massimo Ponzellini, ha raccontato il Senatùr ai giornalisti sempre a Calalzo di Cadore, «è andato a Londra: se tu vai alla Borsa di Londra a chiedere un prestito ti dicono che c’è Milano, che è la vera capitale di questo Paese, c’è la Lombardia, c’è il Lombardo-Veneto, allora ti danno un prestito, se no ti mandano aff... tranquillamente. Giusto per essere chiari. L’Italia sta in piedi perché il Nord paga. Paga e garantisce». Poi la chiacchierata notturna con Calderoli e Ponzellini. «L’ho scelto io quando c’era una nomina alla Bpm», ha ribadito, riferendosi al banchiere.

E sostenendo di non aver mai detto di volerlo candidare a sindaco di Bologna. «Ne avete parlato voi», ha replicato ai giornalisti. Lei lo preferirebbe al vertice della banca? «Una cosa per volta - ha risposto Bossi - è difficile fare tutto».

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