Venezia - Cerimonia dell'ampolla con gesto 'evengelico' a Venezia per Umberto Bossi che con l'acqua del Po ha simulato l'atto del battesimo, versandola sul capo di Roberto Calderoli, di Luca Zaia e altri big leghisti presenti sul palco di Venezia. Prima di Bossi, attorniato dallo stato maggiore del Carroccio, il rito dell'ampolla - con l'acqua versata in laguna - era stato compiuto anche dal segretario veneto della Lega, Gianpaolo Gobbo, che aveva versato da una bottiglia l'acqua raccolta alla sorgente del Piave. E annuncio che il "federalismo c'è e passa. La va a giorni, la va a ore, e quindi preparatevi a fare festa nelle principali piazze del Paese". "La premiata ditta Calderoli-Bossi - ha detto rivolgendosi ai militanti presenti alla festa del Carroccio - ce l'ha fatta a portare a casa il federalismo".
"Andrò in pensione solo quando la Padania sarà realizzata e libera!", ha detto Bossi apparso un po' stanco e a tratti malinconico. "Il tempo passa anche per me", ha detto il Senatur, che ha parlato meno di mezzora. "L'altro giorno - ha raccontato - ero in montagna e mi mancava l'aria. Per fortuna c'era mio figlio e c'era mia moglie, Manuela". "Ma andremo fino in fondo - ha concluso - per portare a termine la battaglia di libertà della Padania alla quale abbiamo dato i nostri figli".
Poi una risposta decisa a Fini "Sulla Padania Fini ha detto una stupidaggine. A Fini dico una cosa: i padani esistono" dice replicando ha risposto al presidente della Camera che nei giorni scorsi aveva affermato che "la Padania non esiste". Prima del senatur, il ministro Calderoli aveva a sua volta replicato duramente alle parole di Gianfranco Fini. "Qualcuno a Mirabello ha fatto il 'birichino', ha fatto un discorso da vero leader politico, ma dell'opposizione però. Quello che non gli consentiamo di dire - ha aggiunto Calderoli - è che la Padania non esiste. Chi lo dice venga a toccarlo con mano qui". Fini, ha sottolineato Calderoli, "si ricordi che anche il suo stipendio viene dalla padania, perché se non fosse per le nostre tasse non glielo pagherebbe nessuno".
Quote latte, trattare con la Ue "A Berlusconi e Tremonti - ha reso noto il leader della Lega - ho chiesto di trattare con l'Europa per ottenere quello che si può sulla partita delle multe per le quote latte". "Non vi abbandoniamo - ha aggiunto Bossi, riferendosi agli agricoltori - sappiamo che siete della brava gente, non come dice Pier Ferdinando Casini". Bossi è tornato poi a criticare l'operato del ministro Giancarlo Galan e a lodare la politica seguita dal suo predecessore, Luca Zaia, attuale presidente del Veneto. "Da quando c'era Zaia - ha ricordato - l'Italia non paga più nessuna multa". "I numeri dell'Europa su questa faccenda - ha concluso Bossi - sono tutti falsi. Dalle indagini dei carabinieri stanno venendo fuori delle cose vergognose. Arrivare a dire che gli agricoltori sono dei delinquenti mi pare troppo. Sono dei lavoratori".
Maroni sul governo "Se ci saranno i 316 voti di fiducia Berlusconi andrà avanti; se no si deve dimettere", ha sostenuto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso del programma l'Intervista in onda su Sky. I "successi" conseguiti dal governo sul piano della lotta alla mafia o dell'immigrazione clandestina "sono frutto di una maggioranza compatta. Una maggioranza diversa porterebbe agli stessi risultati? Io non lo so". "Piuttosto che un governicchio che si regge su 10, 20 o 25 parlamentari presi da altri gruppi, e quindi preda nel quotidiano di instabilità, meglio andare a votare per avere un governo stabile. Ci affidiamo a ciò che dice Berlusconi - ha detto - lui dice che una maggioranza ci sarà e sarà solida e stabile. Se sarà così lo verificheremo a breve, spero sarà così, perché questo ci consentirà di continuare a governare, consolidando risultati e riforme, federalismo in primo luogo". "Qualcuno nella Lega - conclude però - ha perplessità che ciò possa avvenire". E ancora: "Non credo ci sia nessuna campagna acquisiti". E' una che scrivono i giornali, che oggi hanno anche scritto che Berlusconi sarà sentito dalla procura di Roma", mentre la procura, ricorda, "ha smentito".
"La differenza tra noi e loro, è che loro hanno tanti generali (Fini, Casini, Tabacci) e noi un solo leader, Bossi, e tanti militanti".
Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha risposta a una domanda sul terzo polo. "In democrazia contano i voti non i generali" ha aggiunto Maroni. Poi su Fini: ""Ha detto che non si dimette. Quindi per me la questione è chiusa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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