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Bot al minimo storico, ormai rendono l’1%

RomaLe previsioni di un prossimo taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea spingono al minimo storico il rendimento dei Bot. Nell’asta di ieri, i Buoni del Tesoro a dodici mesi sono stati aggiudicati a un tasso lordo dell’1,84%, rispetto al 2,46% del collocamento di dicembre. Ancora più basso il rendimento dei titoli trimestrali, che ha toccato ieri l’1,695% al lordo di tasse e commissioni. Questo significa che per i risparmiatori il Bot a tre mesi messo all’asta ieri rende poco più dell’1% (1.05%), mentre l’annuale arriva sì e no all’1,3%.
Con l’inflazione al 2,2%, questo significa che il rendimento dei Bot è ormai negativo. Ciò nonostante, la domanda di titoli pubblici è stata elevata, nettamente superiore all’offerta sia per la scadenza trimestrale (oltre 9,8 miliardi di euro rispetto ai 5,5 miliardi offerti) che per quella annuale (oltre 10 miliardi rispetto a un’offerta di 7,5 miliardi). È evidente che la ricerca di un porto sicuro per il risparmio prevale sulla ricerca di un buon rendimento. In massima parte, dicono fonti bancarie, si tratta di investitori che hanno rimpiazzato automaticamente Buoni del Tesoro in scadenza.
Rendimenti così bassi, spiegano gli operatori, sono legati alla previsione di un nuovo ribasso dei tassi ufficiali, giovedì, da parte del Consiglio della Bce. I mercati si aspettano un taglio di un altro mezzo punto percentuale, dal 2,5% al 2%.
In tempi di mercati finanziari molto incerti, i titoli del debito pubblico italiano mantengono dunque un certo appeal, nonostante l’incremento continuo del debito, che nel mese di ottobre 2008 - certifica Bankitalia nel suo bollettino statistico - ha raggiunto la cifra record di 1.670,6 miliardi di euro. Un nuovo rialzo dopo che in settembre si era registrata una contrazione (1.648,6 miliardi) rispetto al picco toccato in agosto (1.666,6 miliardi). Del resto, l’entità del debito pubblico non influenza tanto le scadenze brevi, quanto quelle medio-lunghe (i Btp). E infatti, rispetto al Bund tedesco il Btp decennale mostra uno spread consistente, intorno ai 150 punti base. Proprio a causa dei rendimenti modestissimi, nel primo collocamento del 2009 dei Bund, una settimana fa, sono stati richiesti 4 miliardi di euro su 6 miliardi offerti. Quest’anno, i Paesi avanzati immetteranno sul mercato una montagna di titoli pubblici per finanziare i piani di rilancio dell’economia in crisi: si parla di qualcosa come 3 trilioni (3mila miliardi) di dollari.
Oltre al dato sul debito pubblico di ottobre, Bankitalia fa anche il punto sulle entrate fiscali che, nei primi 11 mesi del 208, sono aumentate del 3,1% (344,6 miliardi contro 334,1 miliardi dello stesso periodo 2007). Stazionarie, rispetto allo stesso mese del 2007, le entrate del mese di novembre. Infine, in un’indagine resa nota ieri, via Nazionale rileva che il 56% delle imprese trova stazionarie le condizioni di credito, contro un 40% che invece le considera peggiorate.

Aumenta il numero delle imprese che vede un peggioramento della situazione economica (84,7% del campione), mentre un 39% ipotizza un calo dell’occupazione. Il 66% delle aziende prevede un peggioramento delle proprie condizioni operative. Il campione scommette, tuttavia, su una frenata dell’inflazione.

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