Bot da «tutto esaurito» ma con tassi in rialzo

Le previsioni alla vigilia non lasciavano troppo spazio all’ottimismo, con quell’asticella dei tassi alzata fino al 2%. L’asta con cui ieri sono stati collocati Bot a sei mesi ha avuto invece un esito migliore: i rendimenti si sono attestati all’1,7%, un livello che tuttavia esprime tutte le tensioni viste sui mercati nell’ultimo mese. Il 28 marzo scorso, data della precedente emissione di titoli semestrali, i tassi erano infatti ben più bassi (1,119%). Difficile tuttavia per il Tesoro riuscire a spuntare condizioni meno onerose in un contesto ancora così perturbato, in cui gli spread Btp-Bund continuano a oscillare attorno ai 400 punti base (396 ieri) e la volatilità delle Borse resta una nota dominante (-0,66% Milano).
L’elemento in ogni caso più confortante è comunque la domanda nettamente superiore all’offerta, 14,5 miliardi contro gli 8,5 collocati. Un buon viatico in vista della prova sul medio termine costituita oggi dalla proposta di Btp a 5 anni fra 1,5 e 2,5 miliardi, di decennali fra 1,5 e 2,5 miliardi e di due titoli fuori corso d’emissione fra 0,75 e 1,25 miliardi con cui via XX Settembre chiuderà una settimana particolarmente impegnativa, iniziata lunedì scorso con l’offerta di Ctz per 2,5 miliardi.
Alla base di una domanda che continua a essere sostenuta è ragionevole credere che ci siano ancora le banche, che nel primo bimestre hanno ripreso ad acquistare bond tricolori. A confermarlo è la Banca d’Italia. «Gli acquisti netti ammontano a 45 miliardi», si legge nel Rapporto sulla stabilità finanziaria. Dove si nota come gli acquisti «sembrano essere stati sospinti prevalentemente dalla riduzione del rischio sovrano e dalla prospettiva di guadagni in conto capitale» che si sono «in effetti materializzati». L’istituto guidato da Ignazio Visco non mette però in correlazione il fenomeno con le risorse fresche che le nostre banche hanno ricevuto dalla Bce attraverso le due aste a rubinetto da circa 1.000 miliardi. La controprova, sottolinea Bankitalia, sta nel fatto che «più di un terzo degli acquisti netti ha riguardato Bot, con durata all’emissione pari o inferiore a un anno». Inoltre, quasi il 60% degli acquisti ha fatto capo a banche piccole e medie, che hanno ottenuto una quota molto bassa dei finanziamenti erogati dall’Eurotower. In ogni caso, i primi dieci gruppi bancari hanno partecipato allo shopping comprando titoli per 20 miliardi.
Sulla questione legata alla scarsa propensione a finanziare famiglie e imprese, lo studio sottolinea come le banche dispongano «ora di risorse liquide per fronteggiare passività in scadenza e per finanziare l’economia», anche se una crescita degli impieghi è prevedibile solo alla fine dell’anno. La Banca d’Italia riconosce comunque che le famiglie «risentono della recessione in atto e delle tensioni nell’offerta di prestiti», seppure il loro livello di indebitamento sia «contenuto».
Il rapporto sconfessa infine la convinzione comune in base alla quale in presenza di un aumento dei rendimenti sui bond il rapporto debito-Pil è destinato a salire.

Secondo Bankitalia, comincerà invece a ridursi già nel 2013, «senza misure aggiuntive, anche qualora i tassi all’emissione dovessero aumentare rispetto ai livelli attuali e la crescita risultasse inferiore alle attese».

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