Botte in canonica al prete anti-Aids

Era appena rientrato nella sua parrocchia dedicata a Sant’Angela Merici, quando ha sentito rumori provenire dal suo ufficio. È salito al primo piano per verificare cosa stesse succedendo trovandosi di fronte a quattro giovani, forse di origine slava, che stavano frugando nei suoi cassetti. Neppure il tempo di abbozzare una reazione ed è stato subito colpito al volto, quindi afferrato, buttato a terra, riempito di calci e derubato del portafoglio. Solo dopo qualche minuto, padre Giuseppe Bettoni è riuscito a riprendersi e dare l’allarme. Ma dei suoi aggressori ormai non c’era più alcuna traccia.
Padre Giuseppe, 49 anni, è un sacerdote piuttosto noto in città per il suo impegno nel sociale. Nel 1991 ha fondato Arché, di cui è presidente, Onlus impegnata a dare risposta al disagio sociale di bimbi sieropositivi e alle loro famiglie. Un impegno che in questi anni si è esteso dall’Italia a vari Paesi del mondo, dove opera nel campo dell’emarginazione e della prevenzione della malattia.
Un impegno che padre Bettoni affianca a quello nella parrocchia di Sant’Angela, edificata in via Cagliero 26 tra il 1957 e il 1959, consacrata il 7 giugno di quell’anno e affidata ai padri sacramentini. L’incarico di parroco, dopo mezzo secolo, è adesso arrivato a padre Giuseppe che il 1° maggio alle 15 stava appunto rientrando in chiesa per attendere al suo ministero. Erano circa le 15 quando ha parcheggiato la sua vettura in garage, chiuso le porte e si è avviato in chiesa quando la sua attenzione è stata attirata da alcuni rumori provenienti dal primo piano. Salito e arrivato al suo ufficio, ha trovato la porta forzata e aperta. Ha fatto un passo avanti e si è trovato di fronte a quattro stranieri, forse provenienti dell’Est Europa o dai Balcani. Uno di loro gli si è parato davanti e gli ha sferrato un pugno al volto. Padre Giuseppe ha cercato di scappare ma è stato afferrato, buttato a terra e colpito a calci, fino a rimanere semi svenuto. I banditi ne hanno approfittato per sfilargli il portafoglio contenente tra i due e i trecento euro - il parroco non ricorda bene - e i documenti. Quindi la fuga.
Don Bertoni si riprende e ammaccato e dolorante chiama il 113. Poco dopo arrivano le Volanti, alcuni equipaggi tentano una perlustrazione in zona ma dei banditi non c’è più traccia. La battuta comunque serve a recuperare i documenti del sacerdote, buttati in via De Marchi. Più tardi il parroco, insieme ai poliziotti, ha accertato che i malviventi per raggiungere il suo ufficio sono passati dalla chiesa, sempre aperta nel pomeriggio.

Appena si è sparsa la notizia in zona, la parrocchia è stata meta del pellegrinaggio di moltissimi fedeli che hanno così voluto testimoniare al parroco il loro affetto e soprattutto la loro solidarietà per la brutta avventura passata.

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