«Botteghe storiche» premiate e poi sfrattate

«Botteghe storiche»  premiate e poi sfrattate

I compagni di Palazzo Tursi l'hanno appena iscritta nel registro delle botteghe storiche e quella bottega, aperta nel lontano 1890, adesso rischia di chiudere per sfratto. Marta Vincenzi ha conferito la qualifica di «bottega storica» di Genova anche alla Legatoria Angeloni di via Conservatori del Mare, ma in quella zona dei «caruggi» la politica del Comune è stata quella di dare il via libera alle operazioni immobiliari, che avvengono regolarmente, alla piena luce del sole e con il beneplacito del governo del centrosinistra. Nell'elenco diffuso da Tursi, Angeloni è la seconda della lista, dopo la farmacia Alvigini e prima di Busellato e di Finollo.
Le altre realtà storiche genovesi, che sperano di non avere la stessa sfortuna, sono la farmacia Gismondi, GM Luico, Marescotti, Pescetto, Pissimbono, Profumo, Rivara, Romanengo, Stagno e Viganotti.
«Si tratta di un'iniziativa per la salvaguardia delle botteghe come fatto di radicamento culturale, cominciata lo scorso agosto - ha spiegato ieri l'assessore del centrosinistra Giovanni Vassallo - con queste iniziative intendiamo sostenere il rilancio economico e turistico della città. Le botteghe storiche hanno un alto valore economico e rappresentano le radici della nostra città. Perciò abbiamo realizzato il primo registro delle botteghe storiche in città».
«La Legatoria Angeloni - ha spiegato la dirigente della Soprintendenza, Cristina Pastor - rappresenta una pagina di storia genovese che non va cancellata. Fanno ancora le rilegature a mano come una volta. Durante i sopralluoghi nei negozi storici e di valore, in alcuni ho però notato una certa diffidenza nell'aderire all'iniziativa varata dalla giunta di Palazzo Tursi».
«Con i tempi che corrono - ha detto un commerciante del centro storico che vuole rimanere anonimo - non vorrei che prima ci regalassero la targa di bottega storica e poi s'inventassero una nuova ulteriore tassa sulla bottega storica. Meglio non fidarsi». «L'iniziativa, che contempla pure i locali di tradizione, è stata intrapresa anche in collaborazione con Ascom e Camera di Commercio - ha spiegato l'assessore Vassallo - per i commercianti è a costo zero. Non dovranno pagare alcunché». «È dal 1949 che lavoro da Angeloni - ha spiegato Ernesto Manfredi - e nel 1962, alla scomparsa del titolare, ho rilevato l'attività, che nel 1999 ho ceduto a mia figlia Valeria. Nel centro storico è in corso una vasta operazione immobiliare e ci siamo finiti in mezzo. Il contratto di locazione scadeva lo scorso 30 settembre e non è stato rinnovato. Siamo la seconda bottega storica di Genova e dovremo chiudere subito i battenti. Fino al 2003 la proprietà era del Banco di Chiavari».
«Tutto regolare - replicano alla Vaimm Sviluppo srl, società immobiliare - stiamo ristrutturando alcuni edifici del centro storico, nel pieno rispetto delle leggi, normative comunali e vincoli della Soprintendenza. Le destinazioni non si cambiano. Come è accaduto per l'immobile di Romanengo, siamo disponibili a una trattativa, anche se non possiamo continuare ad affittare i tre piani, per 240 metri quadrati, a una cifra poco compatibile con i prezzi di mercato. Le tasse aumentano». Marta Vincenzi e compagni hanno «salvaguardato» quei centri sociali, rinunciando a un guadagno dalla vendita o locazione (a reale valore di mercato) della struttura di piazza Cavour.

Staremo a vedere se tireranno fuori i soldi anche per «salvaguardare» la seconda «bottega storica» di Genova, gestita da una famiglia di onesti e seri lavoratori, che hanno sempre pagato le tasse. Pure l'Ici/Imu che, a differenza di loro, i «bravi ragazzi» dei centri sociali all’ex Mercato del Pesce, non pagheranno mai.

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