Paolo Bertuccio
Chissà che qualche enologo in vena di pazzie non si faccia davvero avanti, e decida di presentarsi nelle Cinque Terre con un grasso cinghialotto al guinzaglio per riscuotere una pregiatissima bottiglia di Sciacchetrà. Una scena surreale, che potrebbe però diventare realtà se qualcuno prendesse alla lettera la divertente provocazione lanciata ieri da Riccardo Canesi, vicepresidente dell'Associazione Piccoli Vignaioli delle Cinque Terre. Una zona, questa, in cui la viticoltura, attività da sempre difficile per via della conformazione del territorio, da qualche tempo è ulteriormente funestata dalla minaccia dei cinghiali, che con i loro raid notturni alla ricerca di cibo danneggiano le coltivazioni anche in modo molto grave. Con il rischio di compromettere la produzione di rinomati vini. Chiaro che ci vorrebbe una soluzione: magari il primo pensiero può andare a doppietta e cartucce, ma se ci fosse una soluzione meno cruenta, che non scontenti gli animalisti e salvi così capra e cavoli, anzi, cinghiale e grappoli?
A trovarla ci ha pensato Canesi, ex deputato dei Verdi tra il 1994 e il 1996, che per attirare l'attenzione sui rischi corsi dai prestigiosi vigneti si ispira provocatoriamente alla recentissima campagna nazionale di solidarietà in favore dei caprioli: «A quando una campagna nazionale per l'adozione dei cinghiali? Se qualcuno, e noi comunque lo rispettiamo, ha problemi etico-morali nel sopprimere o nel vedere sopprimere questi simpatici ungulati che distruggono i vigneti più famosi della Liguria - chiede Canesi - perchè non se li viene a prendere?».
Certo, non si fa niente per niente. I cinghiali, ragiona il rappresentante dei vignaioli, bellissimi non sono, e non susciteranno mai compassione e tenerezza come i cugini di Bambi nei giorni scorsi. Ci vuole un incentivo, e cosa c'è di meglio di un po' di buon vino? È per questo che, annuncia Canesi tra il serio e il faceto, «per ogni cinghiale adottato siamo disposti a regalare una bottiglia di Sciacchetrà».
Al di là delle battute, il problema è serio, e l'ex parlamentare non perde l'occasione di lanciare qualche frecciata all'indirizzo di un certo tipo di ambientalismo: «Aspettiamo - spiega a nome dei coltivatori di viti - dal mondo animalista italiano e dalle migliaia di ecologisti da salotto uno scatto d'orgoglio e, soprattutto, segnali di non discriminazione tra specie». Una sfida, insomma, ad avere lo stesso riguardo per i cinghiali come per i caprioli.
Caprioli la cui vicenda, intanto, viene seguita con attenzione dal cliccatissimo blog di Beppe Grillo. Il comico genovese ha fatto i suoi complimenti al governatore della Calabria Agazio Loiero, che per primo si era offerto di adottare alcuni dei bambi dell'Alessandrino a rischio abbattimento.
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