«Bottiglietta» e il Messi romeno fanno già sognare

È solo la prima e magari poi spariscono, ma il nuovo Zlatan, il Messi di Romania e poi anche El frasquito, ieri hanno fatto il pieno al debutto assoluto. Con i tempi che corrono in serie A si va sui sosia sperando stiano meglio sul Panini degli originali. All’inizio è tutto talmente eccitante, perfino la doccia nello spogliatoio che funziona.
Maximilliano Moralez (tondo in basso), El frasquito, la bottiglietta, si è preso il soprannome per le sue dimensioni ridotte, 24 anni, 55 chili, un metro e sessanta, ma era sulle punte. All’inizio il suo apelido era un più forte perché in Argentina quando picchiano, picchiano duro e lo chiamavano El Enano. Ieri El Enano ne ha fatti due , primo punto dell’Atalanta al rientro in serie A, uno su respinta, il secondo su volata palla al piede e Frey, Chievo, fregato sulla sua destra. In effetti per raggiungere certe velocità deve far roteare le sue gambe come i raggi di una bici, e finisce che non le vedi. Fantastico, i suoi compagni lo hanno sommerso di abbracci e lo hanno festeggiato come un grandissimo, peccato che lui nel frattempo se n’era andato a condividere la sua gioia con quelli della panchina. Quando l’abbraccio dei suoi si è sciolto in mezzo non c’era nessuno, una mezza così non si vedeva da anni. E poi non è stato neppure una sorpresa perché subito all’esordio con la sua Atalanta, 21 agosto, è andato in gol in coppa Italia contro il Gubbio.
Il Messi di Romania si chiama Gabriel Torje (tondo in alto), è sette centimetri più alto di Moralez, gioca nell’Udinese e ieri non ha segnato neppure un gol, ma ha dato spettacolo a Lecce e Francesco Guidolin a fine gara ha speso due parole solo per lui: «È un ragazzo interessante, che apprende con molta facilità ed attenzione quello che gli viene richiesto di fare». I Pozzo lo hanno pagato 7 milioni, se soltanto ne segna uno entro Natale lo rivenderanno minimo a venti. Quando è arrivato gli hanno chiesto come ci si sente a fare quello che deve far dimenticare Sanchez e lui: «Davvero? Ho questo compito? Ma dai!». Comunque al momento meglio lui, il neo barcellonista sabato è finito sul lettino, strappo al bicipite femorale contro la Real Sociedad e starà fuori quasi due mesi, almeno sei settimane. Meglio il sosia dell’originale, sono piccole soddisfazioni.
Mustafa poi rischia di diventare il nuovo idolo di un’intera isola, è lui il nuovo Zlatan Ibrahimovic, detto dai suoi tifosi in Svezia. E Cellino, eccitatissimo, ha caricato forte il suo acquisto. Il paragone è venuto fuori perché Moestafa El Kabir, nome giusto e completo, giocava nel Mjalby, campionato svedese, ma è di origini marocchine e ha il passaporto olandese. Veramente i suoi detrattori hanno già dato la loro sentenza: non sarà mai il nuovo Ibrahimovic, è troppo basso. Non è vero, è alto uno e settantotto, che non è pochissimo per un attaccante e ieri è stato quello che ha preso a calci la nuova Roma ispanoamericana, il due a zero è suo, di qualità, palla a fil di palo in un’area intasata, magari neanche lo Zlatan la metteva. Magari. Loro due, lo Zlatan e il suo erede, al momento sono pari, un gol a testa alla prima di campionato. Al momento.
Scusate se un cenno se lo prende anche Francesco Marianini, un pisano cresciuto nella Lucchese con trascorsi a Empoli. Non uno di primo pelo, ma ieri uno degli undici del Novara in serie A che ha preso un punto a Verona grazie a un suo gol, quello dell’inizio della rimonta dei piemontesi che giocavano nel quartiere. Simbolo di un ritorno, non si conoscono soprannomi, assomiglia solo a se stesso, calciatore di casa nostra, sudore, fiato, tenacia.
Certo la pagina dei debuttanti faceva più scena con Cissè e Klose, subito dentro e subito in gol, e poi a San Siro e poi contro i Campioni d’Italia. Due mogli e diciotto automobili, il francese è contento perché in Reja ha trovato un babbo che lo sgrida e lo fa rigare dritto. Se n’è andato ma Miroslav Klose in Germania è ancora un mito. Der Spiegel scrive che è meglio di una Ferrari.

Questa volta il paragone l’hanno azzeccato anche i tedeschi. La magia di Miroslav ha fatto il giro d’Europa. Una rete capolavoro beffando uno dei difensori più esperti e forti in circolazione. Era solo la prima, a volte è la fortuna dei principianti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica