Bottoni invoca «una nuova resistenza anti-amoralità»

Una «nuova Resistenza» che possa produrre «anticorpi contro il virus della amoralità che ha invaso il Paese». Un virus che «esalta le trasgressioni del proprio io e che liquida come moralismo ogni ricerca della verità e della giustizia».
Parole dure e polemiche quelle pronunciate al Campo della gloria del cimitero Maggiore di Milano - all’annuale cerimonia organizzata dall’Anpi in memoria dei caduti partigiani - da monsignor Gianfranco Bottoni. Anche quest’anno l’intervento del responsabile delle relazioni ecumeniche e interreligiose della Diocesi di Milano, come spesso è accaduto anche in passato, è stato molto applaudito e non ha risparmiato una vena polemica nel suo discorso. La parola chiave pronunciata, suggerita dal contesto, è stata «Resistenza». «Alla base del corpo sociale - ha detto Bottoni - c’e la testimonianza di tante persone che si impegnano nella vita sociale, sono una voce coraggiosa che rompe l’omertà e che produce gli anticorpi necessari per liberare il Paese che risulta invaso da un virus individualaista e illiberale.

È il virus della amoralità che esalta le trasgressioni del proprio io e liquida come moralismo ogni ricerca della giustizia, che si avvale della illegalità diffusa e tenta di liquidare ogni forma di cultura democratica. Ecco contro questo virus urge una nuova Resistenza».

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