Controcultura

Boyd, Bowie, Tate e la grande truffa dell'arte

Nat Tate (1928-1960) era un formidabile genio. Forse sottovalutato in un'epoca segnata dal gusto dell'espressionismo astratto.

Boyd, Bowie, Tate e la grande truffa dell'arte

Nat Tate (1928-1960) era un formidabile genio. Forse sottovalutato in un'epoca segnata dal gusto dell'espressionismo astratto. La sua storia è povera di avvenimenti esterni ma tormentata nell'anima. Dopo una visita al maestro francese Georges Braque, sparisce nel nulla, distrugge tutti i quadri e salta dal traghetto di Staten Island: un suicidio che ricorda quello di Martin Eden nell'omonimo romanzo di Jack London. Il suo cadavere non è mai stato ritrovato. Tuttavia fu al centro di un rinnovato successo negli anni Novanta, quando lo scrittore William Boyd decise di scrivere una biografia dell'artista. Un collezionista d'eccezione, David Bowie, commentò: «La descrizione di William Boyd sulla procedura di lavoro di Tate è così vivida che mi convince che il piccolo quadro a olio che ho acquistato su Prince Street, New York, alla fine degli anni Sessanta sia stato eseguito dalla sua mano. Una monografia commovente». Entusiasta anche lo scrittore Gore Vidal, solitamente restio a sbilanciarsi se non in negativo: «Il racconto commovente di un artista fin troppo incompreso dal suo tempo». La biografia esce il 3 settembre per Neri Pozza: William Boyd, Nat Tate: un artista americano (pagg. 120, euro 18). È davvero commovente, Nat Tate era un'anima fragile in un mondo sempre più lontano dall'arte e sempre più vicino al commercio. A meno che... A meno che Boyd non sia un mattacchione che si è inventato tutto, riuscendo a coinvolgere due amici famosi (Bowie e Gore) nell'architettare una «truffa» letteraria e artistica per svelare quanto fosse fatuo e superficiale il mondo dell'arte. Al lancio del libro Bowie partecipò anche di persona. I critici d'arte rimasero estasiati. Il gioco andò avanti fino a quando Boyd non diede l'annuncio: Nat Tate non è mai esistito. Un piccolo e raffinato libro.

Una burla così seria e ben riuscita da strappare risate malinconiche.

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