Loperazione «Top Kill» è fallita e la Bp sta già pensando al prossimo passo. Liniezione di fango nella perdita dalla conduttura danneggiata nel fondo del Golfo del Messico «non ha ridotto la quantità di greggio che si riversa in mare», come ha detto Doug Suttles, capo delle operazioni della compagnia petrolifera britannica.
Oltre alla reputazione la catastrofe ambientale è costata finora alla Bp quasi un miliardo di dollari e messo in imbarazzo la Casa Bianca, nonostante Barack Obama faccia di tutto per convincere gli abitanti delle coste che può gestire la crisi. Iniziata mercoledì scorso, la manovra Top Kill è fallita dopo che anche limmissione di «pattume» nella conduttura (palle da golf, funi annodate e cubi di plastica per otturarla) non ha dato risultato e sarà seguita da unaltra operazione che consiste nel tagliare la conduttura al di sopra di una valvola che non ha funzionato e tapparla. Un motivo adesso, per Barack Obama, che vuole la «testa» della British Petroleum. Lamministrazione del presidente americano ha messo su una squadra di magistrati e investigatori, guidati dal dipartimento della Giustizia statunitense, al fine di incriminare penalmente la società petrolifera britannica per il disastro «nero» provocato dallaffondamento della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico. Obama ha già chiesto uno stanziamento di 10 milioni di dollari per le indagini. In una lettera inviata a Nancy Pelosi, come riporta il Los Angeles Times, Obama afferma che «bisogna far sì che la Bp e altre parti coinvolte nel disastro, siano chiamate a rispondere della crisi».
Sempre secondo il quotidiano californiano, già nelle ultime settimane un pool di inquirenti avrebbe raccolto nello Stato della Louisiana sufficienti prove su una possibile violazione di Bp alle leggi americane in materia di sicurezza. Barack Obama è convinto che la società petrolifera inglese abbia occultato, fin dal primo momento, lentità del disastro, dichiarandosi, poi, in grado di porre rimedio allincidente ambientale. La squadra dei «giustizieri» capeggiata dai viceguardasigilli Ignacio Moreno e Tony West, ha già messo le mani sulle prime documentazioni ufficiali di Bp, intimandole di non «distruggere» nessun tipo di altro documento o registrazione; materiale fondamentale per le indagini.
Gli alibi della Bp cominciano a non reggere: dichiarazioni sulle fuoriuscite di greggio differenti da quelle reali prima, tecniche di intervento immediato e procedure già ampiamente testate dopo, si sono rivelate solo un depistaggio. Nessun miglioramento, tanto meno nessuna garanzia per il futuro. La morsa intorno a Bp continua a stringersi e i primi a tremare sono gli alti dirigenti.
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