Bpi annulla le cessioni di minoranza

Bpi annulla le cessioni di minoranza

da Milano

Banca Popolare Italiana prova a ripristinare la situazione precedente alla fallita scalata ad Antonveneta annullando la discussa cessione delle quote di minoranza di alcune controllate progettata dall’ex ad Gianpiero Fiorani. Come previsto Bpi ha infatti esercitato l’opzione di acquisto delle quote nei confronti di Deutsche Bank. I costi di chiusura sono ammontati a 36,5 milioni lasciando, visti i 43 miliardi già accantonati dal direttore generale Divo Gronchi, 6.5 milioni di liquidità in più nelle casse della banca.
Quanto alla tempistica l’opzione di acquisto (in gergo tecnico definite «call») si svilupperà in tre blocchi. Il primo riguarda le quote di minoranza a suo tempo cedute da Bpi a un prezzo di esercizio (strike price) di 360,5 milioni che saranno «riscattate» il 22 novembre. Il secondo riguarda partecipazioni cedute a un controvalore di 360,5 milioni, la cui esecuzione sarà decisa entro il 6 dicembre. Il terzo è relativo alle partecipazioni cedute dal gruppo a uno strike price complessivo di 220,4 milioni, la cui esecuzione sarà effettuata entro il 20 dicembre.


Nella stessa data, specifica Bpi (ieri il titolo ha chiuso invariato a 7,2 euro in Piazza Affari), è stato formalizzato il contratto di chiusura dei contratti derivati con Deutsche Bank per un controvalore complessivo di 941,25 milioni. In concomitanza con il riacquisto delle partecipazioni da parte della capogruppo, le stesse saranno ricollocate alle controllate che le detenevano in precedenza.

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