da Milano
Lavvenuta pulizia di bilancio per assorbire i costi della fallita scalata ad Antonveneta e la prospettiva di cessioni per quasi un miliardo: metabolizzate le linee strategiche emerse nella semestrale di Banca Popolare Italiana «corretta» dal neo direttore generale Divo Gronchi (347 milioni il rosso dopo 600 milioni di accantonamenti), il mercato ha premiato il gruppo lodigiano. Sotto i riflettori per tutta la seduta Bpi ha così guadagnato il 4,23% tra scambi sostenuti: 7,4 milioni i pezzi passati di mano.
Nelle scorse settimane i timori sui conti e in particolare sul denaro affidato ad alcuni fondi speculativi avevano pesato sulle quotazioni del gruppo lodigiano ma il mercato è ora anche tornato a scommettere che Popolare Italiana, ripulito il bilancio e trovata nuova liquidità con le cessioni, diventi una preda della prossima partita del risiko bancario.
Le ricostruzioni sulle eventuali dismissioni si basano sul fatto che la semestrale, accanto al nuovo modello gestionale inaugurato da Gronchi per superare la struttura verticistica imperniata sullex ad Gianpiero Fiorani, rende in pratica ufficiale che almeno parte dellex galassia lodigiana (tra cui la Hopa di Emilio Gnutti e Unipol) è tra le quote «disponibili alla vendita». Laccorgimento sarebbe però finalizzato a seguire i nuovi principi Ias: secondo le regole contabili internazionali, che Bpi ha adottato per la prima volta, le quote vanno infatti suddivise in partecipazioni di «negoziazione», «disponibili alla vendita» e «fino a scadenza», senza riguardo a che siano strategiche o cedibili a breve. Le voci dello scioglimento di alcuni intrecci azionari dellera Fiorani, specialmente Hopa, erano tuttavia circolate dopo che linchiesta giudiziaria ha evidenziato le irregolarità compiute per strappare Antonveneta dalle mani dellolandese Abn Amro.
Di recente Gronchi si è riservato di dare una valutazione nel prossimo futuro sui rapporti con Hopa. I tempi per leventuale divorzio non sarebbero tuttavia strettissimi anche perché Bpi (che possiede il 7,3% di Hopa, valutato 279 milioni, oltre a quote minori in Earchimede e Fingruppo) partecipa al patto di sindacato della holding che scade nel 2007. Stesso discorso nei confronti di Unipol (2,3% pari a 70 milioni) dove Bpi ha sottoscritto il previsto aumento di capitale.
Più probabile appare, invece, la vendita della quota detenuta in Bormioli, di cui la merchant bank Efibanca ha da tempo iniziato i lavori per cedere una parte del capitale raccogliendo linteresse di alcuni fondi chiusi. Tra di loro Clessidra, Investitori Associati, Oak 3 e Apax Partners.
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