da Milano
Pulizia doveva essere e pulizia è stata: e con il cda di ieri i vertici della nuova Bpi contano di aver definitivamente voltato pagina rispetto allera di Gianpiero Fiorani. Il bilancio 2005 approvato ieri chiude con 744 milioni di perdite e un miliardo di rettifiche sui conti. «Un punto di svolta dal quale il gruppo può ripartire», hanno scritto il presidente Dino Piero Giarda e lamministratore delegato Divo Gronchi, nella nota che accompagna i conti, «riaffermando il proprio ruolo di banca popolare indipendente e autonoma».
Proprio in funzione di questa volontà di autonomia si spiega la decisione dei nuovi vertici dellex Lodi: serrare le file è il presupposto, hanno sempre fatto capire Giarda e Ronchi, per poter giocare un qualche ruolo (non quello di vittima sacrificale) nel risiko bancario.
Le svalutazioni relative alle varie poste di bilancio non trascurano nessuna o quasi delle avventure del recente passato di Bpi: 152 milioni per i crediti a Magiste garantiti con il pacchetto di Rcs a suo tempo in mano a Stefano Ricucci; 97 milioni per i prestiti connessi allacquisto da parte di Barilla della tedesca Kamps; 100 milioni per la quota in Hopa. Chiudere le posizioni in derivati e altri complessi strumenti finanziari è costato 90 milioni, le rettifiche su titoli e sulle cartolarizzazioni di crediti in sofferenza altri 119. Accantonamenti sono stati previsti per i rischi e gli oneri connessi alloperazione Antonveneta (94 milioni) e per far fronte alle possibili revocatorie del caso Parmalat (60).
Rettifiche hanno riguardato lavviamento di una serie di controllate e collegate (frutto degli spericolati acquisti di Fiorani): in tutto 115 milioni per Reti Bancarie, Popolare di Crema, Area Life, Bipielle International, Cassa di Rsiparmio di Bolzano. Valutazioni prudenziali nella valutazione dei crediti «non performing» hanno portato il tasso di copertura dal 62% del 2004 al 78% del 2005.
Gli interventi hanno portato allabbassamento del «Tier 1», uno dei più importanti parametri di solidità bancaria, al 5,14%. Per innalzarlo Giarda e Gronchi dovranno passare alla seconda fase del loro piano che prevede laumento di capitale da 800 milioni e il via al piano industriale 2006-2009. Obiettivo: portare il Tier 1 oltre il 7% entro fine 2006.
Il nuovo business plan sarà esaminato dal cda del 3 aprile e illustrato alla comunità finanziaria il giorno dopo.
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