Luca Pace
da Milano
Banca Popolare Italiana volta pagina e riparte da un aumento di capitale di 800 milioni di euro. La conferma è arrivata ieri durante lassemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio 2005. Lamministratore delegato, Divo Gronchi, ha detto che laumento di capitale «partirà entro lestate», ma i dettagli delloperazione non sono noti: prezzo e numero di nuove azioni da emettere verranno stabiliti dal cda. Intanto lassemblea ha approvato un bilancio allinsegna della pulizia dei conti: 743 milioni di perdita che verranno coperti grazie alle riserve e serviranno a cancellare i buchi della passata gestione di Gianpiero Fiorani.
La svolta che si aspettava il mercato è arrivata. Un anno dopo la mancata scalata su Antonveneta, con Fiorani, ex amministratore delegato del gruppo, agli arresti domiciliari, e il pacchetto del 14% di Rcs ancora bloccato dalla magistratura, listituto lodigiano prova a ripartire. Questo è il quinto aumento di capitale in 6 anni. E in più verranno emesse nuove azioni per incorporare entro la fine dellanno Reti Bancarie e Bipielle Investimenti, le due controllate del gruppo quotate a Piazza Affari. Il rafforzamento patrimoniale dovrebbe servire a riportare gli indici patrimoniali ai livelli auspicati da Bankitalia e finanziare il nuovo piano industriale. Popolare Italiana punta a raggiungere nel 2009 un utile netto di 534 milioni, un margine di interesse di 1,43 miliardi, un Roe (redditività) al 13,1%, un core Tier 1 (indice di solidità patrimoniale) al 6,7-7%. Tutti questi sacrifici dovrebbero trasformare Bpi da appetibile preda, a partner da corteggiare. Lipotesi di aggregazioni a breve è stata esclusa dal presidente, Piero Giarda, che ha detto: «Prima di fare gite fuori porta bisogna mettere ordine in casa». Strategia che punta allautonomia per listituto confermata anche da Gronchi: «Non siamo alla ricerca necessaria di nuovi soci». Eppure i guai forse non sono finiti e qualche dubbio sui conti del gruppo rimane. A partire da quel pacchetto del 14% circa in Rcs che listituto lodigiano ha in pegno come garanzia per la copertura dellesposizione nei confronti della Magiste di Stefano Ricucci (692 milioni al lordo di accantonamenti per 150 milioni). Gronchi ha detto di essere in attesa dei conti certificati della società romana per poter tentare di raggiungere un accordo. Altre sorprese negative potrebbero venire dalla Germania, dove la ex Lodi è partner finanziario di Kamps, società tedesca in mano a Barilla per il 41% e che rischia di non ottenere la certificazione del bilancio 2005 se i soci non metteranno altra liquidità.
Quanto ai rapporti con la vecchia gestione, Giarda ha detto di essere «in attesa di prendere visione delle indagini e del rapporto di ispezione della Banca dItalia per dare concretezza allazione legale, per la parte che ci compete».
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