Bpm, Bankitalia affonda il colpo e Ponzellini «preme» sulla base

Bankitalia e il presidente Massimo Ponzellini moltiplicano gli sforzi per convincere la base di Bipiemme a ingoiare non solo il maxi-aumento di capitale da 1,2 miliardi, ma anche l’incremento da 3 a 5 delle deleghe di voto preteso dalla Vigilanza.
Ad affondare il colpo è stato il vice direttore generale di Palazzo Koch Anna Maria Tarantola che, in una audizione al Senato, ha rimarcato l’urgenza di riordinare l’intero settore delle Popolari, a partire dalla necessità di aumentare i limiti per il possesso azionario, magari lasciando ai singoli istituti la sensibilità di dove porre il tetto fino un massimo del 3% e garantendo maggiore peso e spazio in cda agli istituzionali. Ma soprattutto, con sapiente scelta di tempo, Anna Maria Tarantola ha costellato le 15 pagine dell’intervento di avvertimenti per Piazza Meda. Lamentando, pur senza mai citarla, come l’azionariato diffuso delle cooperative possa favorire «la concentrazione di potere» nelle mani di «frazioni minoritarie», provocando «inefficienze decisionali» a danno degli stakeholder. Da qui la necessità di aumentare la partecipazione alla vita societaria così da evitare il rischio «che un gruppo ristretto» decida «per la moltitudine degli altri», ha rimarcato l’esponente di Bankitalia, proclamandosi peraltro «non contraria» alla trasformazione delle coop in società per azioni e spendendosi per le misure che favoriscano la trasferibilità delle azioni.
In parallelo procede l’azione diplomatica del presidente Ponzellini che ieri ha escluso di dimettersi anche nel caso in cui sarà bocciato l’aumento delle deleghe. E evidente però che l’industriale-banchiere non potrebbe che essere «amereggiato» da un responso negativo dei «suoi» soci. Non solo perché equivarebbe ad assestare uno schiaffo all’Authority ma perché offrirebbe il fianco per dubitare dell’«autonomia» e della «rappresentatività» del cda. In sostanza, il vertice si augura che i dipendenti-soci accettino la sfida di gestire «con coraggio» la grande forza di cui dispongono grazie al modello di governance adottato al modello mutualistico. Ponzellini, che ha comunque incassato l’assenso dell’Associazione Insieme (ex dipendenti), in assemblea si soffermerà sulla solidità dell’istituto e la soddisfazione dei clienti.

Alcuni scommettono che il fronte interno capitolerà, magari scegliendo l’astensione, ma ancora ieri i capisquadra sindacali e il fronte maggioritario degli «Amici» promettevano battaglia, confortati dall’ampia partecipazione attesa sabato in assemblea: come anticipato, a fronte dei 6mila i biglietti di prenotazione strappati, dovrebbero essere 3-4mila i soci presenti.

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