Il nuovo corso di Bpm targato Bonomi-Montani parte da una perdita da 614 milioni di euro, determinata da svalutazioni e accantonamenti. «È il primo bilancio di rilancio per la banca, che sta cambiando faccia», annuncia il presidente del cdg Andrea Bonomi, pur sempre nel segno «della milanesità intesa come efficienza e serietà».
E il consigliere delegato Piero Montani non vuole sentir parlare di «pulizia» ma si limita a definirlo «un bilancio rinforzato, corretto e responsabile» che tiene conto della situazione di mercato. I pilastri, spiega lad, sono «una patrimonializzazione idonea per far crescere la banca, un solido saldo tesoreria e un bilancio altrettanto solido». Con la stessa prudenza guarda allo scenario recessivo in cui si muove e che influenzerà il nuovo piano che dovrebbe essere presentato entro giugno.
La raccolta diretta della clientela retail ha tenuto (-1,8% a 35,1 miliardi), gli impieghi sono rimasti stabili (+0,4% a 35,7 miliardi) e i proventi operativi si attestano a 1.352 milioni (-7,7%). «La patrimonializzazione è buona, con un Core Tier 1 all8,02% dal 6% di settembre 2011» mostra Montani. Sul risultato desercizio però pesano la contabilizzazione di componenti non ricorrenti per 438 milioni, di cui 419 milioni per limpairment test su avviamenti (336 milioni di euro) e partecipazioni. Sono cresciuti gli accantonamenti per rischi e oneri, che si attestano a 112 milioni, prevalentemente dovuto al prudenziale accantonamento per potenziali rischi derivanti dalle problematiche connesse al prestito convertendo (40 milioni).
«Speriamo di ottenere risultati migliori a costi minori rispetto ai nostri predecessori» ha chiosato Bonomi assicurando che i compensi del cdg saranno questanno minori e rispondendo indirettamente allAssociazione Amici della Bpm che chiede emolumenti sobri.
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