Roma

A Bracciano «regna» la moda

TEATRO In scena anche Urbano Barberini in coppia con Franca Valeri

A Bracciano «regna» la moda

L’apertura per la prima volta al pubblico del Conventino, trasformato in spazio espositivo per l’arte contemporanea, e soprattutto, la mostra-evento di Roberto Capucci, «Sovrana Eleganza», che, andando ben oltre la durata del festival - sarà visitabile fino al 13 dicembre - ne costituisce l’ideale prolungamento. Sono queste le principali sorprese della quarta edizione di Opere Festival, che, dal 17 al 20 settembre, animerà con danza, musica, prosa e arte il castello Odescalchi di Bracciano. «Obiettivo - spiega Maurizio Conte, direttore artistico del festival sostenuto da Maria Pace Odescalchi - è dare una vita ad una vera e propria festa delle arti, più ancora, della cultura dell’arte. La stessa idea di aprire gli spazi al pubblico si inserisce, infatti, in un antico progetto di famiglia, che risale addirittura ai primi del Novecento, per contribuire a diffondere la storia del castello». Oltre all’amore per il Bello. Sarà proprio la mostra di Capucci, domani, a dare ufficialmente inizio al festival ribadendone la vocazione alla contaminazione tra antico e moderno. «Io opero sul moderno e sono un creatore di modernità - dice lo stilista -. La mia modernità sta in una visione nuova di ciò che l’antico ci ha suggerito». Sale, torri e camminamenti saranno cornice di sessantasei abiti-scultura che hanno contribuito a scrivere, o meglio tessere, la storia della moda: nella sala delle Armi il trionfo dell’amore con una selezione di abiti da sposa, nelle altre un «corteo» di capi, ulteriormente impreziosito da creazioni realizzate per personalità della cultura, dall’abito indossato da Rita Levi Montalcini alla consegna del Nobel a quelli di Esther Williams e Valentina Cortese. In mostra, in prima assoluta, anche venticinque bozzetti di costumi teatrali. Dalla moda al cinema, l’arte, sezione curata da Luce Monachesi, è indagata nelle sue diverse forme. In «Fotografi di scena», terzo festival del settore, si possono ammirare le foto dei film italiani che hanno vinto l’Oscar. La collettiva «Il volo» riunisce lavori di sei artisti contemporanei - Grassot, Levini, Lostia, Odescalchi, Ricciardi e Sassi - affiancati da opere del museo dell’aeronautica militare e riproduzioni di macchine leonardesche. La videoarte, a cura di Francesco Verdinelli, vanta, tra gli altri, due lavori commissionati a Tinto Brass da Umberto Eco nel 1964, «Tempo libero» e «Tempo lavorativo». Per gli amanti del teatro, nel programma - affidato ad Alberto Bassetti - Franca Valeri e Urbano Barberini in Oddio, Mamma! Un improbabile carteggio, l’Omaggio all’attore che avrà per protagonista Giuliana Lojodice, l’inedito Sibilla diretto da Antonio Spadaro e il progetto di istallazioni teatrali Assassine con testi commissionati a giovani autori, che sorprenderanno il pubblico annullando la distanza tra palco e platea. Prima assoluta anche per la danza, a cura di Ricky Bonavita e Theodor Rawler, con La fabbrica dei sogni di Bonavita, oltre a suggestioni di jazz e tango che non mancano di indagare temi difficili come la malattia e la disabilità. Nel «capitolo» musica, affidato a Marco Grisanti, il concerto inaugurale del pianista Pasquale Iannone.

Ideale colonna sonora del festival, però, saranno le dieci sonate di Beethoven per violino e pianoforte eseguite da Felix Ayo e Vincenzo Bolognese, che, come una sorta di filo rosso, guideranno i visitatori in un viaggio tra storia e arte.

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