Braccio di ferro tra commissione Ue a Autorità per le tlc sugli impegni presentati da Telecom Italia per migliorare laccesso alla rete da parte dei concorrenti. Bruxelles chiede la notifica ufficiale delle nuove regole, per poterle sottoporre al vaglio della Commissione, ma secondo Roma lobbligo non cè.
In realtà, la questione va avanti da alcuni mesi: da quando, cioè, a dicembre scorso, lAgcom aveva accettato gli impegni presentati dallex monopolista che prevedono una diversa organizzazione interna (con la funzione «Open Access») per favorire economicamente laccesso alla rete da parte della concorrenza. Il commissario europeo Viviane Reding aveva espresso perplessità sulla procedura seguita, sottolineando la necessità di ricevere informazioni preventive sul tema. E già allora il presidente dellAgcom, Corrado Calabrò, aveva chiarito che non cerano obblighi di notifica ufficiale, «ma solo di assoluta trasparenza».
A distanza di quattro mesi il copione si ripete. La Reding sostiene che «Open Access può diventare un modello per altri Paesi se fatto bene e in maniera trasparente», ma chiede ad Agcom di notificare le modifiche che Telecom Italia ha introdotto. A giudizio di Bruxelles, dal momento che «cambiamenti come questo hanno un impatto sul mercato unico delle tlc, Agcom è obbligata a consultare la Commissione». Alla richiesta della Reding si aggiunge quella del commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, secondo cui «bisogna assicurarsi che gli impegni di Telecom, una volta applicati, miglioreranno davvero la concorrenza e laccesso al mercato in Italia».
Una lettura, quella della Commissione, che non convince lorganismo italiano, secondo il quale gli impegni assunti da Telecom rispondono a una legislazione nazionale e quindi non devono essere oggetto di notifica ufficiale alla commissione Ue, che su di essi non è chiamata a pronunciarsi. LAutorità, inoltre, ha deliberato di recente unanalisi del mercato dellaccesso per la telefonia fissa.
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