La Brambilla: «Io delusa? Macché, ora guido la prima industria in Italia»

Il sottosegretario al Turismo: «Non mi importava fare il viceministro, qui ho una delega piena e 200 dipendenti»

da Milano

Michela Vittoria Brambilla: appena nominata sottosegretario alla Presidenza del consiglio, è già un membro della Casta.
«Veramente io sono quella di sempre, credo che la politica sia contatto con la gente...».
Questa intervista però ce l’ha fatta desiderare.
«Ah, per questo? Vede, è questione di concretezza. Sono abituata a parlare di fatti, e potrò realizzarne presto perché è uno dei settori che conosco di più».
La verità è che è rimasta male che non è diventata ministro.
«Mi è stato affidato un incarico di grandissima importanza e responsabilità per l’economia nazionale. Direi forse l’unico su cui puntare per un rilancio dell’economia. Come potrei non essere soddisfatta?».
Ci sono le sue foto in aula, ha una faccia buia...
«Ma non scherziamo. Il turismo è una delle più grandi industrie italiane».
Sa di volpe con l’uva. Dopo tanta fatica, i circoli, la costruzione del Pdl, potevano almeno nominarla viceministro.
«Secondo lei conta di più lo status o il fatto di avere una delega piena su un settore così strategico? Io guardo alla sostanza più che alla forma».
Ora ci dirà che in fondo è un po’ come essere ministro.
«Avrà notato quanto anche Silvio Berlusconi abbia puntato sul turismo in campagna elettorale: dalla vicenda Alitalia al problema dei rifiuti in Campania, che offusca l’immagine del nostro Paese all’estero».
E lei che farà?
«Mi sono data un po’ di tempo per dettare le linee operative. Il primo passo sarà incontrare i tour operator internazionali, perché è da loro che dipende il flusso del turismo, ma anche tutte le associazioni di categoria, a partire da quelle di Napoli, perché il rilancio dipende da moltissimi fattori, in primis infrastrutture, prezzi, sicurezza».
Dovrà fare pressing su almeno tre ministri, in bocca al lupo.
«Sicuramente bisognerà fare sistema, individuare una strategia unitaria, anche con le realtà locali».
Berlusconi disse di lei: «Michela è una rompi, non mi ha dato scampo con le sue telefonate». Sarà per questo che ha scelto lei per questo ruolo?
«Ma non sarà una battaglia, siamo tutti concordi sull’importanza del turismo. Se mai è il governo precedente ad averlo sottovalutato, infatti nessuno se ne occupa nel governo ombra del Pd».
Le associazioni di categoria l’hanno accolta con entusiasmo.
«Perché vengo dal mondo imprenditoriale, e per cinque anni ho rappresentato il settore in Confcommercio. Ho le competenze e l’esperienza».
Tre cose da fare subito.
«Fra il 2007 e il 2008 la quota italiana sul mercato del turismo internazionale è scesa dal 4,3 al 3,9% e si avvia al 3. Dal 1991 al 2005 gli arrivi in Italia sono cresciuti del 36,8% contro il 44,8 della Francia, il 63,1 della Spagna e il 66,5 del Regno Unito. Il mio obiettivo è invertire questa tendenza».
Come?
«A ogni euro che investiremo in questo settore dovrà corrispondere un aumento del flusso turistico verso l’Italia. E per far sì che l’Italia torni meta indispensabile servirà una forte azione di marketing».
Senta onorevole, dica la verità. Lei è un’imprenditrice di successo. Chi glielo fa fare di fare politica?
«È una domanda che ha una sua logica. Sono stati anche i Circoli della libertà a condizionare la mia scelta. Ci sono migliaia di persone che si riconoscono in noi, e che hanno preso a cuore la battaglia che io sto conducendo per la riforma dello Stato ed il rilancio dell’economia. Tornare alle mie aziende sarebbe come girare le spalle a queste persone».
Spirito di servizio.
«Ho raggiunto tutti gli obiettivi nel mio settore, ora credo sia giusto mettere a disposizione la mia esperienza. E, per rispondere a una domanda che lei non mi ha fatto, le dirò che i Circoli non chiuderanno, ma continueranno a fare da stimolo al governo».
Intanto però ha chiuso il suo «Giornale della Libertà».
«È solo sospeso per qualche settimana: era nato per costruire il Pdl, ora dobbiamo dargli una nuova identità».
Il governo, i Circoli, la famiglia... Lei è bionica?
«Mio figlio, che ha tre anni e mezzo, ha deciso di vedere l’alba tutti i giorni. E vado a letto molto tardi. Se ci si mette impegno e determinazione si riesce a fare tutto».
Michela Vittoria la secchiona.
«Quando mi assumo un incarico, per me diventa una missione».
Sui giornali lo sport nazionale è raccontare il suo passato. C’è un video del 1991 su You Tube che la ritrae mentre, minigonna e occhiali neri, racconta «i misteri della notte»...
«Ho fatto la giornalista per molti anni, sono stata anche ad Abu Dhabi durante l’operazione Desert Storm. Quello c’è su You Tube?».
Touché. Girano anche foto osé di Mara Carfagna, e la deputata Pdl Elvira Savino è stata definita «pin up». Maschilismo imperante o tentativo di sminuire le donne al governo?
«Non me importa assolutamente nulla».
Risposta acida però.
«No, davvero: io non mi arrabbio, infatti non ho mai replicato ai gossip su di me. Chi oggi ci giudica sul nulla, domani sarà zittito dai fatti: è con quello che facciamo ora che dimostreremo il nostro valore».


Nemmeno la satira la disturba?
«Quando vedo Dario Ballantini che mi imita rido sempre moltissimo, penso che mi somigli anche, almeno da lontano. Mi piacerebbe fare un duetto».
Lei ha 15 cani, 24 gatti, 2 asini, 4 cavalli, 7 capre. Significa che il Parlamento non la spaventa?
«Ah, ah, non faccia questo paragone irriverente la prego, o la linceranno».

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