Brancher: "Italia perde se la prendono con me Cattiverie, vado avanti"

Il ministro: "Le dimissioni non sono in programma". Poi al Tg3: "L'Italia ha perso il Mondiale e se la prendono con me. E' una vergogna". Giallo sulle deleghe non ancora pubblicate in Gazzetta Ufficiale. I finiani pungono, l'opposizione: si dimetta

Brancher: "Italia perde 
se la prendono con me 
Cattiverie, vado avanti"

Roma - "Non ho nulla da rimproverarmi, ho tanto lavoro da fare e vado avanti". Il ministro Aldo Brancher, raggiunto telefonicamente dall'Ansa, dopo le polemiche sulla richiesta di legittimo impedimento e dopo l'annuncia della rinuncia allo "scudo". E aggiunge che quando "accetta un impegno" sa perfettamente cosa va a fare. "Chi non conosce il mio lavoro si informi prima di parlare". Poi, a Sky Tg 24 aggiunge: "Tutto quello che ho registrato e visto in questi due o tre giorni è una cosa che proprio non mi aspettavo. Sono stupito che l'Italia sia fatta di cattiveria e di odio. Le dimissioni non sono assolutamente in programma. Non mi avvalgo di nessuna protezione. Io sono tranquillo e sereno e devo proteggere la mia famiglia dai riflessi di questa vicenda".

"L'Italia ha perso, colpa mia?" "Ma come l'Italia perde i Mondiali e la gente se la prende con me?". Brancher, intervistato dal Tg3 risponde così alle molte critiche sollevate dalla sua nomina. "E' una vergogna: mi ritengo una persona equilibrata e onesta di buon senso che ha sempre lavorato e continua a lavorare". Sull'opposizione Brancher dice: "Vada a vedere le deleghe, quelle che sono scritte. In questo momento... le deleghe... sulla Gazzetta Ufficiale, che se le leggano tutti. Vedo che ancora non sono state pubblicate. Sono sereno. Vado avanti". Quanto alla Lega, Brancher "non pensa proprio" di essere stato abbandonato.

Sulla vicenda non si placa lo scontro politico. Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto attacca la sinistra: "Il fatto che, dopo la rinuncia del ministro Brancher ad avvalersi del legittimo impedimento, la sinistra continua a chiedere le sue dimissioni dimostra che si tratta di una posizione del tutto strumentale caratterizzata da un cupo giustizialismo". Per il ministro Rotondi, "Brancher è persona corretta, non c'é stata nessuna retromarcia da parte sua. Da parte dell'opposizione si è alzato un polverone e ci sono stati attacchi gratuiti. Rinunciando al legittimo impedimento, di fatto zittisce tutti e sgonfia le tante polemiche strumentali".

Anche il ministro Gelmini difende Brancher: " Grazie al suo lavoro, darà forte impulso alle riforme, uno degli obiettivi primari di questo governo. Le sue decisioni - aggiunge - mettono a tacere quel polverone, del tutto strumentale, sollevato dalla sinistra in questi giorni. Brancher è stato oggetto infatti di attacchi personali inaccettabili e per questo gli esprimo la mia profonda solidarietà".

Dal finiano Italo Bocchino arriva l'nvito a "evitare altri autogol". La decisione di Brancher di accogliere il nostro invito di rinunciare al legittimo impedimento è saggia e utile soprattutto a tutelare il governo e Berlusconi. Per evitare altri autogol come questo, d'ora in poi sarebbe opportuno discutere di più negli organi di partito, dove si chiede la conta soltanto per mettere in minoranza Fini, che poi sulla legalità è in linea con la maggioranza dei nostri elettori. Se la nomina di Brancher fosse stata discussa dall'Ufficio di presidenza del Pdl avremmo evitato una brutta figura a Pdl, maggioranza, governo e Berlusconi".

Critico con il Pd pure Sandro Bondi. "Anche nel caso del ministro Brancher, che ha dimostrato senso di responsabilità e coscienza degli interessi nazionali, il Pd dimostra di non sapersi affrancare nei momenti decisivi da un furore propagandistico e accusatorio indistinguibile rispetto a quello di Di Pietro", dice il coordinatore del Pdl. "In questo modo, però, il Pd non riuscirà mai a svincolarsi dall'abbraccio soffocante del partito di Di Pietro e delineare un'opposizione che sia politicamente e culturalmente diversa e probabilmente più incisiva", conclude.

Pd che però instiate sul tasto delle dimissioni. "Al momento non sappiamo neppure di che cosa dovrebbe occuparsi Brancher, visto che nessuna delega gli è stata assegnata a dieci giorni dalla sua nomina" attacca Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd.

"E' l'ulteriore prova che ci troviamo di fronte a una incredibile buffonata finalizzata a evitare i processi. Se nella maggioranza c'é ancora un po' di senso delle istituzioni si farebbe dimettere subito il ministro al legittimo impedimento e si cancellerebbe il suo inutile e inesistente ministero".

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