Branchi liberi e canili abusivi. "Comune e Asl non fanno nulla"

Molti animali fuori controllo in periferia, spesso provengono dai campi rom illegali Il presidente dell’Enpa: "Noi facciamo le segnalazioni, ma la situazione è tollerata"

«Ma quale randagismo. A Milano il randagismo è un fenomeno praticamente inesistente». Chiamiamo le cose col suo nome, vuol dire Ermanno Giudici, presidente dell’Ente protezione animali. E incalza raccontando che nell’immediata periferia di Milano non ci sono animali senza padroni. Ci sono invece animali che i padroni tengono in pessime condizioni. Microcanili illegali, senza autorizzazioni della Asl dove i cani vivono in modo tale da poter poi diventare un pericolo. E trasformarsi in belve.
«Noi interveniamo spesso - prosegue Giudici - in situazioni di questo genere. Quando troviamo situazioni di maltrattamento procediamo al sequestro degli animali. Ma anche se si tratta semplicemente di canili non autorizzati segnaliamo al Comune e all’Asl che poi dovrebbero intervenire. Facciamo 4-5 segnalazioni all’anno. Poi dovrebbe essere la Asl che interviene». Ci sono cani mal gestiti secondo lui lungo tutta la cintura esterna della città, specie a sud in quelle zone rimaste verdi. È proprio della settimana scorsa un intervento dell’Enpa in zona Ripamonti dove è stato trovato un canile abusivo, con una ventina di animali. Erano sprovvisti di autorizzazione. «E se non c’è autorizzazione sanitaria, significa che non c’è controllo», fa notare Giudici. Campi nomadi, accampamenti abusivi, insediamenti illegali viaggiano di pari passo con i canili improvvisati «troppe volte tollerate». «Il Comune e la Asl hanno il dovere di esercitare un controllo capillare di queste sacche di illegalità diffusa che possono poi far scaturire episodi come quello di Muggiano che devono essere addebitati alla cattiva gestione dei loro proprietari e all’eccessiva tolleranza degli organi di controllo», spiega.
Secondo il responsabile di Enpa la Asl dovrebbe avere addirittura una mappa che corrisponde ai canili abusivi. Ogni morso curato in ospedale viene infatti registrato e segnalato all’Azienda sanitaria. Viene indicato quale cane e in che via lo ha provocato. E alla segnalazione dovrebbe poi corrispondere una conseguente azione di verifica. «Forse il fenomeno dei canili illegali è sottovalutato. Ma forse ha bisogno anche di una sinergia di controllo non sempre facilmente attuabile», aggiunge. Significa che il veterinario della Asl se deve controllare i cani segnalati in un campo rom evidentemente non può andare da solo ma ha bisogno di essere accompagnato da agenti di polizia.
Ci vuole più controllo denuncia l’Enpa. Perché la legge c’è e andrebbe solo fatta rispettare.

E prevede che un certo numero di cani deve essere segnalato all’Asl e dopo, avere l’autorizzazione, da parte del Comune. In questo modo viene garantita una corretta gestione sanitaria e anche una regolare realizzazione edilizia del canile.

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