Cronaca locale

Il branco fa ancora paura: «Aprite la caserma»

Ieri un presidio di alcune centinaia di persone: «Pronta da un anno Mancano i militari»

Enrico Lagattolla

La caccia all’uomo è finita. Anche gli ultimi tre componenti del branco che nella notte tra venerdì e sabato scorso hanno rapito e violentato una ragazza di 21 anni sotto gli occhi del fidanzato sono sono stati catturati. Via Ripamonti tira un sospiro di sollievo, ma la protesta degli abitanti del quartiere non si ferma.
«Sono disgustata e delusa. Abito da sola, ho terrore ad uscire la sera. Il quartiere è diventato invivibile». Ripamonti, angolo via Noto. Solo una delle tante voci di ieri, davanti a una caserma dei Carabinieri conclusa e mai inaugurata. Il presidio organizzato da Asco Vigentino, l’associazione dei commercianti di zona, e dal Fronte dei cittadini, il comitato di quartiere, ribolle di rabbia per l’ennesimo episodio di criminalità.
«La via è squallida e pericolosa. Hanno chiuso i negozi, sono state aperte banche e società immobiliari, in strada non c’è mai nessuno». E ancora, chi abita vicino a Vaiano Valle dice di sentirsi «come a San Vittore, con tutte quelle cancellate alte e le grate alle finestre». Antidoti alla paura. E poi «le macchine bruciate e i furti negli appartamenti», «i balordi ubriachi che girano in strada di notte», le «violenze e le intimidazioni». E hai voglia a manifestare. «Siamo qui ogni anno, ma non ci ascolta nessuno».
Giovanni De Nicola, consigliere provinciale di An, prende il megafono e arringa la folla. «Non meritiamo di essere abbandonati». Ce l’ha col palazzo e con i potenti, quelli «delle auto blu, che sottraggono uomini in divisa alle strade». Chiede, soprattutto, una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, esprime solidarietà con la ragazza vittima della violenza, esige l’apertura della caserma. «Un monumento al spreco», la chiama.
Lavori fermi da un anno. O meglio, inutilmente terminati dal giugno del 2004. La struttura c’è, ci sono le telecamere e il parcheggio. «Mancano solo i carabinieri», ironizzano. In realtà, mancano anche gli arredi interni. «Tutto fermo per 30 mila euro», spiega Loris Zolla, consigliere di zona di An, che nel quartiere è nato e cresciuto. «Il Comune ha fatto la sua parte, ora aspettiamo lo stanziamento dal ministero». E visto che «la zona è difficile da controllare, abbiamo un motivo in più per chiedere che venga realizzata».
La vecchia stazione dei Carabinieri ha fatto il suo tempo. A soli duecento metri, al 187 di via Ripamonti. «È una struttura vecchia di 120 anni, è senza riscaldamento e ci piove dentro», racconta Zolla. «Non serve più nemmeno come deterrente».
Circondato dagli abitanti del quartiere, ancora De Nicola al megafono. «Aspettiamo di avere risposte dal Sindaco, intanto firmate». E nel giro di un quarto d’ora, le firme sono già più di sessanta. In mezz’ora, almeno centoventi. A fine giornata, oltre duecento. Una donna si avvicina al consigliere provinciale, gli stringe la mano e lo ringrazia per l’impegno, e «se questo non basta, andiamo a Palazzo Marino».

«Signora stia tranquilla - rassicura De Nicola - noi non facciamo sconti a nessuno».

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