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«Bravo, ma non è ancora un leader»

Bruxelles. Finirà con un bacio liberatorio di Ancelotti a Kakà, sovente polemico con il giovane talentissimo brasiliano ma anche pronto a rinoscerne i meriti e ieri era una di quelle volte anche se il tecnico è pronto a non farsi prendere la mano dall’entusiasmo: «In dieci è sempre difficile giocare, però l’Anderlecht, uscito Bonera, deve avere pensato che in superiorità numerica poteva osare qualcosa in più e ci ha lasciato dello spazio e nello spazio Kakà diventa l’elemento più pericoloso e decisivo di tutti. Però non c’è stato solo lui: Jankulovski è stato ad esempio strepitoso e Bonera, fin quando non è stato espulso, si è sacrificato indietro, come gli avevo detto, su Boussoufa che era elemento pericoloso». Ma Kakà, al 13° gol in Champions (e anche il primo, tre anni fa col Bruges, segnato in 10 contro 11) brilla di una luce particolare. Sempre Ancelotti, su Kakà possibile leader del Milan: «Per diventarlo ne deve fare ancora tanta di strada, ne ha davanti di giocatori di personalità. È presto per pensarlo leader, è qui in fondo da poco ed è ancora giovane, sarà di sicuro una bandiera perché rimarrà rossonero fino a quando non smetterà ma leader è un’altra cosa». Galliani ribadirà: «Nel Milan non attribuiamo leadership». Resta da lavorare.

Ancelotti: «Abbiamo pagato psicologicamente le ultime difficoltà e ancora ci vuole più precisione e velocità, troppa frenesia».

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