Brazilian Girls, quattro pazzi con i piedi in mille suoni

«Le nostre radici sono nel jazz, però vogliamo ridefinire il pop, alzarne il tasso qualitativo e riportarlo alle sue origini popolari». Con una dichiarazione del genere è difficile descrivere il suono dei Brazilian Girls, band di rottura di New York (ma la tempestosa cantante Sabina Sciubba è italotedesca)che sta facendo molto parlare di sé grazie al secondo cd Talk to La Bomb.Il gruppo ha tenuto due concerti - alla Casa 139 di Milano e al Piper di Roma - con la sua musica potente e spiazzante, fatta di contrasti (gli incroci tra melodie romantiche, elettronica e dub come Rules of the Game), di esplosioni ritmiche, di improvvisazioni jazzate(Never Met a German), di provocazioni (Sexy Asshole).

Un suono ipnotico, volutamente confuso(brani come Jique mischiano parole in inglese, italiano, francese, spagnolo) che fa da colonna sonora - come dice la band, «ora alla fine del mondo, ora alla salvezza del pianeta». Folli, imprevedibili, hanno fatto impazzire la critica americana. Assolutamente da ascoltare: capirli è più difficile.

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