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Breivik: «Non sono pazzo, voglio il processo»

Potrebbe cavarsela finendo in un ospedale psichiatrico. Eppure Anders Behring Breivik, l’autore della strage compiuta sull’isola di Utoya presso Oslo il 22 luglio scorso, contesta le conclusioni del rapporto degli psichiatri che lo hanno definito «schizofrenico paranoico» e, pertanto, non penalmente responsabile del massacro di 77 persone.
Con un colpo di scena, Breivik - per bocca di uno dei sui avvocati intervistato dal quotidiano Verdens Gang - nega di essere «malato di mente».
Il legale Odd Ivar Groen racconta di aver esaminato per sei ore buona parte del rapporto (sono 243 pagine in tutto) con il suo assistito che ha ravvisato «errori, fraintendimenti e dichiarazioni estrapolate fuori contesto».
«Breivik, ha raccontato l’avvocato, è preoccupato perché gli esperti che hanno redatto il rapporto non hanno conoscenze di ideologie politiche. Gli psichiatri, per l’estremista, hanno qualificato come bizzarre alcune sue affermazioni che di fatto non lo erano . Pertanto, Breivik sostiene di non condividere la loro tesi secondo cui è un malato di mente».
Per l’autore della strage si tratta evidentemente di una «questione di onore»: non accetta che le sue vedute politiche iper-radicali siano considerate irrazionali e frutto di squilibrio mentale.
Il rapporto degli esperti dovrà ora passare al vaglio di una Commissione medico-legale.

Se la perizia venisse confermata, per Breivik si aprirebbe l’ipotesi di un internamento a vita in un centro per malattie psichiatriche.

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