Brembo scommette su Tata e cresce in India

A Tokio vertice Bombassei-Toyota sulla partnership per i freni della Lexus. Nuova Delhi: presto in funzione il nuovo stabilimento

nostro inviato a Tokio
Una breve sosta allo stand Alfa Romeo e quindi via, accompagnato dal suo staff, per incontrare il top management del gruppo Toyota. È durato lo spazio di una giornata il blitz a Tokio di Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria, nell'occasione con indosso l'abito di numero uno di Brembo, la «multinazionale tascabile» bergamasca, come l'ha descritta tempo fa la Frankfurter Allgemeine Zeitung. «Toyota è uno dei clienti più esigenti al mondo - spiega Bombassei - e il fatto che confermi la fiducia alla mia azienda significa che ci considera all'altezza come fornitori». A Tokio è stato fatto il punto sull'importante commessa che l'azienda di Curno, leader nella produzione di sistemi frenanti per auto e moto, ha ricevuto nei mesi scorsi dal gruppo giapponese che contende a Gm il primato mondiale tra i costruttori di veicoli. I giapponesi, in pratica, hanno scelto Brembo per la Lexus Is-F, vettura ad alte prestazioni. Dunque, c'è sempre più Italia nelle automobili made in Japan, visto che oltre ai freni prodotti dal gruppo di Bombassei la stessa Toyota, per esempio, si avvale della consulenza della Italdesign di Giorgetto Giugiaro per lo stile delle sue vetture.
«Da anni siamo presenti in Giappone, un mercato - aggiunge Bombassei - che per noi, a livello mondiale, arriva subito dopo quello tedesco. Honda, Nissan e Subaru , insieme a Toyota-Lexus, si rivolgono a noi per i rispettivi prodotti del top di gamma. Sempre in Giappone c'è il licenziatario Fujico, di cui Brembo detiene una piccola partecipazione, che si occupa del settore moto». Il Sol Levante rappresenta per l'azienda di Curno un business di 40 milioni l'anno, «un livello - osserva Bombassei - che siamo in grado di superare abbondantemente grazie ai numerosi progetti e investimenti che siamo pronti a varare». Brembo si presenta al Tokio Motor Show 2007 reduce da un pieno di commesse di tutto rispetto: già fornitrice di sistemi frenanti a Bmw, Mercedes e Porsche, l'azienda lombarda ha concluso nei mesi scorsi accordi con Harley Davidson (30-40 milioni annui) e Sabelt (joint-venture per produrre accessori per auto e moto).
Presidente Bombassei, quali sono i vostri concorrenti più temibili?
«Nel nostro segmento non sono poi tantissimi. Giganti come Bosch, infatti, operano più come produttori di massa che nelle nicchie sportive e prestazionali come avviene nel nostro caso. In Giappone, poi, c'è chi non ha perso il vizio di copiare e girando per gli stand del Salone è facile trovare nostri prodotti con un timbro diverso. A copiare non sono solo i cinesi».
Guardiamo all'India. Con Tata Motors, partner di Fiat, che rapporti avete?
«Da qualche anno siamo presenti in India attraverso una joint-venture. Inoltre, tra qualche mese sarà ultimato il nuovo stabilimento che ci permetterà di potenziare la nostra produzione. L'India è uno dei Paesi su cui puntiamo di più. E gli accordi stipulati dai costruttori di auto locali con le diverse case occidentali rappresentano per noi una grande opportunità di business».
E la Cina?
«Va abbastanza bene. Le intese siglate da Iveco con Saic per noi sono molto importanti. Anche in Cina abbiamo un impianto produttivo».


Brembo e le tecnologie future, come il sistema brake-by wire, cioè l'azionamento elettronico dei freni...
«È uno dei tanti progetti su cui lavoriamo. Ormai da meccanici dobbiamo trasformarci in elettronici. Brembo è pronta a questo appuntamento».

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