Briatore sarà papà due volte: a casa e in pista

Chi ha un briciolo di dimestichezza con il più famoso geometra del mondo sa perfettamente che ogni sua battuta porta in dote un significato esplicito e uno nascosto. E così è puntualmente accaduto martedì, quando Flavio Briatore ha appreso che il Tribunale civile di Parigi l’aveva appena liberato dall’infamante macigno della radiazione a vita per i fatti del Singaporegate 2008. «Dopo mesi pesantissimi mi è stata finalmente restituita la dignità» aveva infatti detto senza lasciarsi andare a battute. Aggiungendo: «La sentenza del tribunale è molto importante perché stabilisce che quanto fatto da Max Mosley è stata una mascalzonata». E anche questa non era una battuta. La frase ad effetto è giunta poco dopo, sull’onda dolce dell’attesa per il primo figlio in arrivo fra due mesi: «Adesso mi godo il momento e penso al piccolo che mi darà mia moglie Elisabetta... Diciamo che per un po’ penserò alla formula bambino...».
Eccola la battuta. Perché chi ha un briciolo di dimestichezza con l’uomo Billionaire sa bene che dietro la «formula bambino» non si nasconde solo l’atteso lieto evento ma il futuro del manager Briatore. Perché, vedrete, ci vorrà ancora del tempo, ma la formula uno, come una creatura, presto rinascerà e tra i padri rifondatori ci sarà proprio l’italiano. Non a caso, un paio di mesi fa si era detto e scritto che l’ex manager, se solo fosse stato assolto dalle infamanti accuse e se solo avesse potuto rimettere piede nel Circus, avrebbe potuto contribuire vistosamente al salvataggio del Circus sputtanato dalla gestione Mosley. E la formula bambino ne sarà la riprova.
Fateci caso, gli ingredienti ci sono già tutti: ad esempio il lievito. Verrà fornito da monsieur Jean Todt, neo presidente Fia, benché ora giustamente duro nelle dichiarazioni chiamato com’è a difendere l’onore e il ruolo Federale dopo la decisione del tribunale parigino. Todt si è infatti detto pronto a ricorrere contro la decisione, sottolineando che Briatore e chi è accusato di atti come quello di Singapore non deve stare in F1. Di più: il presidente Fia potrebbe anche portare avanti qualche azione ad effetto (riaprire l’intera inchiesta), ma prima o poi il clima dovrà per forza distendersi. È nell’interesse di tutti. E le parole di stima e fiducia pronunciate da Briatore poco dopo la riabilitazione («Jean Todt è un amico, un uomo di grande moralità, di parola») sono lì a dimostrare che la formula bambino è un progetto che va condiviso con tutti.
Anche Bernie Ecclestone, patron economico del Circus, sarà della partita. Perché un giorno dovrà lasciare ma tutti i big della F1 sanno che è proprio dalla sua creatura (la Fom che gestisce il business) che si dovrà ripartire per migliorare le corse. Per cui non sorprende che proprio ieri mister E. abbia rilasciato una delle sue classiche dichiarazioni che non accontentano e non scontentano e si limitano invece a tenere aperte più porte possibili: «Flavio esce bene da questa vicenda, però non so se tornerà in F1, mentre a leggere la sentenza di Parigi chi ne esce male è la Fia... Anche se non è ancora finita e la Federazione può appellarsi e la cosa potrà durare a lungo... Certo, sarebbe meglio che le parti si sedessero a un tavolo per risolvere tutto...». Un colpo al cerchio e uno alla botte per sottolineare che vanno trattati con delicatezza sia Briatore reintegrato che Todt erede delle magagne lasciate aperte da Mosley.
Dunque, tutti segnali che convergono, in futuro, verso l’anno zero della F1 e la sua rinascita: da una parte una Fia e un potere politico più equi e giusti in mano a Todt, dall’altra le case e i team associati nella Fota fortissimamente voluta dal presidente Montezemolo e dallo stesso Briatore a tutela degli interessi degli attori dello show. Il tutto gestito, meglio dire, traghettato dal grande amministratore del business a trecento all’ora: Bernie Ecclestone. Da traghettare dove? Ma verso la Formula bambino di papà Briatore. Perché Ecclestone quest’anno compirà 80 anni e Briatore venti di meno, perché i due si stimano e sono soci nel calcio inglese, perché mister E.

è da sempre ospite fisso sullo yacht di mister Billionaire... E poi tutti - a cominciare dai due in questione - sanno bene che non c’è erede migliore per gestire il baraccone a trecento all’ora del geometra più famoso del mondo e... futuro papà.

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