Benny Casadei Lucchi
In fondo lha già fatto una volta. Quindi, perché non dovrebbe concedere il bis? Anno 1995, Michael Schumacher ha appena firmato con la Ferrari: la stagione successiva correrà con la Rossa. Per compagno avrà Eddie Irvine. Il suo boss nel team Benetton-Renault, Flavio Briatore, non perde tempo e decide di rimpiazzare il due volte campione del mondo con la coppia ferrarista appena messa in mobilità da Jean Todt: Jean Alesi e Gerhard Berger. Chiamatelo fiuto, business, immagine, dispetto, ma la mossa si rivela azzeccata. Non tanto quanto a vittorie quanto come mossa pubblicitaria.
Dunque, la storia che corre a trecento allora potrebbe ripetersi, con qualche piccolo cambiamento. Per esempio, non è stata la Ferrari (ieri a Barcellona motore rotto per Schumi, ma era a fine chilometraggio come per Massa il giorno prima, ndr) a strappare Alonso a Briatore, bensì la McLaren. La Rossa si tiene però stretto un pre-accordo, una dichiarazione dintenti, insomma, un qualcosa che la lega a Kimi Raikkonen: proprio il pilota che Briatore avrebbe voluto per sostituire degnamente Fernando. In questa posizione dimpasse, il manager campione del mondo avrebbe così deciso di fare la mossa a sorpresa: corteggiare Michael Schumacher. Aveva funzionato con Alesi e Berger, figuratevi che impatto potrebbe avere se Schumi dovesse accettare. Tanto più che la Renault è oggi la macchina da battere, mentre nel 1995 cera molto di Michael nel mondiale appena riconquistato.
Solo fantamercato? Mica tanto, almeno a giudicare dalle parole del manager del tedesco, Willi Weber, che sulla fedelissima Bild ha detto: «Io e Flavio ci conosciamo da tantissimo tempo e parliamo molto. Mi ha detto che prima di una possibile firma con la Ferrari dovremmo discutere con lui... Sembra interessato.
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