Politica

Ma un briciolo di coerenza sarà di destra o sinistra?

Pacifisti osannanti Obama (che bombarda come Bush), giornalisti pronti a cambiare idea ogni ora. Ci vorrebbe l’ironia di Gaber...

Chissà come l’avrebbe definita Giorgio Gaber, nella sua canzone del 1994 sui cliché ideologici. Ho controllato, la Rai non c’è, eppure già c’era Mediaset e Berlusconi era appena entrato in politica. Quindi? Voler guardare la televisione, voler possedere un televisore, senza essere obbligati a pagare il canone Rai, pagare per quello che si vuole vedere come nel resto dei Paesi occidentali, sarà di destra o di sinistra? Insomma, a pensarci per governare in concordia assoluta, non basterebbe, da destra, asserire l’opposto di quello che si dice o si tace a sinistra? Basterebbe passare in rassegna i giornali dell’ultimo mese e degli ultimi anni. Il caso Santoro? Un giorno si legge che il numero due del Pd si è reso conto che l’antiberlusconismo di Santoro nuoce alla sinistra, anzi «è una polizza a vita sul governo Berlusconi», il giorno dopo un ministro del governo interviene e il numero uno del Pd difende Santoro, è in pericolo la «libertà d’informazione». È una bellissima politica del contrario, hanno preso alla lettera la parola «opposizione». Se Berlusconi è per la separazione delle carriere, si mette in pericolo l’indipendenza della magistratura, e però la separazione delle carriere è di destra o di sinistra? Qualcuno se lo chiede? E il garantismo? Basta accendere la televisione e si sente dire «io sono garantista, però...».

Ovviamente si è tutti garantisti, finché non colpisce l’altro. Eppure nella passata legislatura, al primo emergere di un’inchiesta chiamata «Why Not», non erano D’Alema e Mastella a fare fuoco e fiamme e richiami all’ordine e convocazioni di Cda contro lo stesso Santoro, e anzi si parlò di approvare subito una legge contro le intercettazioni, che però proposta dal centrodestra diventa subito liberticida? E così via: Il Giornale attacca Boffo, il direttore del giornale della Cei? Subito se ne fa un martire, una piccola vedetta lombarda, un Masaniello rivoluzionario a capo della «stampa indipendente» (indipendente da chi?), su Repubblica le interviste alla D’Addario si alternano ai cardinali e D’Alema scambia il Vaticano per un Soviet supremo. Non parliamo di politica estera: Afghanistan, Irak, Iran. Oggi Obama può fare le stesse cose di Bush (non doveva ritirarsi subito?) e il popolo dei pacifisti con le sue bandierine arcobalenate dov’è finito? Osama Bin Laden e Al-Qaida non erano un’invenzione propagandistica di Bush? (Ah, come quando D’Alema bombardava la Serbia per fermare il massacro dei kosovari ed erano solo «sorvoli di ricognizione», e oggi se un missile intelligente sbaglia e colpisce civili Obama può dire «non ne sapevo niente» e finita lì, almeno abbiamo tolto di mezzo l’antiamericanismo). Qualche volta capita anche il contrario, certo: mi ricordo un tempo non lontanissimo in cui l’inseminazione artificiale, la ricerca scientifica, le cellule staminali, l’eutanasia, erano argomenti della sinistra contro il capitalismo e la dittatura tecnologica, oggi molti a destra parlano di «eugenetica» e, cosa strana, i cattolici lottano affinché un corpo resti attaccato alle macchine artificialmente (ma come, Dio ti chiama e tu opponi resistenza con i marchingegni del diavolo?).

La sinistra, in compenso, si oppone agli Ogm, appoggiati dagli scienziati per risolvere la fame del mondo, la destra è a favore, e d’altra parte la sinistra seguiva gli scienziati sul global warming perché Bush era contrario a Kyoto, ora con Obama si è raffreddato tutto, quantomeno gli animi. La prostituzione? Fino all’anno scorso la sinistra era con le prostitute e contro i bigotti come la Moratti (benché il buon Walter Veltroni pensò bene di aggirare l’ostacolo con l’escamotage di multare i clienti per accostamento illecito in divieto di fermata, spedendogli oltretutto le foto a casa), oggi la concitata Concita si scandalizza perché le prostitute e le donne in generale sono donne oggetto come non farebbe neppure la Binetti. Gad Lerner, poiché sarà infedele ma è sempre molto fedele alla linea (l’analogo di destra si chiama «servo»), si scandalizza perché Berlusconi dice che è piacevole avere accanto una bella ragazza, finiranno col tagliarselo per far dispetto a papi. Come si dirà a sinistra quando passa una ragazza per non dare nell’occhio? Guarda che bel pezzo di cesso è quella lì? Neppure Gaber ha avuto il coraggio di inserire il sesso nella sua canzone perché forse sarebbe stato di sinistra solo il sessantanove. E la «privacy»? Non ci hanno fatto due palle così con la «privacy»? Quanti libri sono stati scritti su Orwell, la «società di controllo», il timore di essere spiati? Fino a poco tempo fa la «privacy» di chiunque era un tema di sinistra, e il suo garante non era infatti Stefano Rodotà? (o Rodotà era di destra e ricordo male?). D’altra parte sulle querele non si capisce ancora bene, se non che, stringi stringi (attenzione a cosa si stringe), se le querele le fa la sinistra sono giuste, se la fa la destra sono fasciste, e lo stesso dicasi per il canone Rai, e per il bon-ton sui giornali. Per esempio il 3 ottobre tutti in fila a sfilare per la libertà di stampa, e a proposito nel mio piccolo me ne è capitata una divertente, nel bel paese in cui da cinque mesi non si fa che parlare di letti grandi, prostate, farfalline, prestazioni, impotenze, punturine, erezioni e genitalità varie. Per cui l’altro giorno salta fuori un certo signor Butturini, segretario romano dell’Associazione Stampa, per lanciare un appello alla federazione contro quanto ho scritto sulla ragazze «zero» di Santoro, per aver offeso «la collega Borromeo» (collega sua, beninteso).

Io sarei colpevole di aver scritto, nel Dizionario dell’Annozerismo pubblicato sul Giornale, che la Borromeo è «una fanciulla sexy e di sinistra scovata a Capalbio» (terribile), e che le «ragazze zero», per come parlano, mi sembrano software, e infatti «una notte la Borromeo mi pare di essermela scaricata sull’I-phone, la mia però diceva “Ancova, ancova”». Così il segretario romano, anziché ridere come quando guarda i cessi della Dandini o ascolta un monologo di Grillo o di Crozza, è scandalizzatissimo per «questo modo di insultare una persona, una collega, una donna, utilizzando l’armamentario del trivio più volgare, ancorché aggiornato all’allusione delle moderne tecnologie, gravissimo e inaccettabile». E conclude annunciando di portare il 3 ottobre, alla manifestazione, «l’impegno a denunciare, additandoli e là dove ne esistono i presupposti sanzionandoli, tutti quegli interventi, quell’uso di immagini e luoghi comuni che violano uno dei principi fondamentali della nostra Carta dei Doveri che afferma: “Il giornalista ha il dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discrimina mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche”». Dovere fondamentale? Persona? Dignità? Diritto alla riservatezza? Opinioni politiche? Speriamo che Berlusconi non legga questa citazione della Carta dei Doveri, altrimenti arriva con un Tir di articoli e denunce, mentre io, che sono uno scrittore e non un giornalista (poteva informarsi Butturini, come farà a sanzionarmi?), non solo me ne sbatto allegramente, ma così aggiornato alle moderne tecnologie come sono, vado a cercare di scaricarmi sull’I-phone anche la bella Innocenzi, hai visto mai.

Bella senza offesa, per carità.

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