Brigandì si dimette: «Deputati inutili»

Un «j’accuse», una resa oppure una «fuga dalle responsabilità». Ognuno commenta come vuole la decisione di Matteo Brigandì, avvocato di Umberto Bossi e deputato leghista, di dimettersi dal Parlamento: «Non ha più senso, le Camere non hanno più alcun potere, fanno solo da notaio al governo». Uno sfogo che fa discutere: «Non me ne vado dalla Lega, sia chiaro - spiega l’ex assessore alla Regione Piemonte -, ma non sopporto più questa ipocrisia: siamo solo degli schiacciabottoni».
Martedì Montecitorio dovrà discutere le sue dimissioni, presentate al presidente Fini già prima delle Regionali.

Brigandì, già parlamentare nella XII e nella XV legislatura, era stato eletto nella circoscrizione Marche ed era componente della commissione Giustizia, nonché della giunta per le Autorizzazioni a procedere: «Mi sono reso conto che non possiamo dare il nostro contributo, le nostre proposte non sono neanche prese in considerazione. Pensavo di poter fare il legislatore e invece mi limito ad approvare provvedimenti del governo. Me ne torno in provincia».

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