Brigitta choccata dal carcere: "Pronta a spegnere le luci rosse"

La pornostar agli arresti domiciliari, dopo due settimane in cella La sua colpa? Non sapeva che c’erano minorenni nel locale dove si esibiva

Era il 2005 e la partita di calcio Piacenza-Catanzaro non era un granché. Fine primo tempo: 0-0 («Risultato ad occhiali, dopo la prima frazione di gioco», aveva appena riferito il radiocronista di Radio Calcio Piacenza International. Insomma, niente di eccitante. Ma mentre gli atleti stanno lentamente «guadagnando la via degli spogliatoi», ecco fare irruzione sul prato una stangona bionda con tacchi a spillo e pelliccia nera. Sembra una pantera ossigenata, pronta a saltare addosso al primo cacciatore.

Il pubblico dello stadio «Garilli» è ammutolito, solo un ultrà ha il coraggio di chiedere: «Ma chi è, la nuova amichetta del presidente?». Intanto la sexy-valchiria arriva a centrocampo sotto lo sguardo ammirato della terna arbitrale. È un attimo. La ragazza apre la pelliccia, svelandosi in tutta la sua conturbante nudità. Un carabiniere si fionda su di lei, richiude la pelliccia e accompagna l’«invasora» all’uscita tra un coro di fischi. La scena verrà riproposta sia a Novantesimo Minuto sia alla Domenica Sportiva. Audience alle stelle. Fu questa la prima uscita pubblica dell’allora 22enne Brigitta Bulgari, talentuosa pornostar ungherese ben nota agli amanti del genere XXX.

Da quel 2005 Brigitta ne ha fatta di strada, guadagnandosi un meritato successo col - diciamo così - sudore della fronte. Ma ora i suoi tanti ammiratori tremano. L’ultimo annuncio di Brigitta li ha (ci ha) allarmati non poco: «L’esperienza del carcere è stata troppo traumatizzante, ora potrei chiudere con gli spettacoli hard...». Già, perché quel gioiello di femmina della signora Bulgari - proprio per colpa di uno di questi show a luci rosse - si è fatta la bellezza di undici giorni di carcere.

Ma cosa ha commesso, di così grave, Brigitta per meritarsi una punizione tanto esemplare? Si è esibita (con tanto di reciproche toccatine e palpeggiamenti) davanti a un pubblico di minorenni. Il reato è stato «consumato» il 24 maggio scorso dentro una discoteca di Montebelluna, in provincia di Treviso. Tra il pubblico c’erano anche dei carabinieri in borghese che, dopo l’esibizione della Bulgari, le hanno contestato la violazione dell’articolo 600 ter del Codice penale, quello che punisce, «con pena da 6 a 12 anni», lo «sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù». Bum. Eppure è proprio questa l’accusa che ha portato in carcere Brigitta. Lei ha cercato di difendersi («Le luci erano basse e quei ragazzi sembravano tutti avere ben più di 18 anni...»), ma non c’è stato verso. La legge è legge. Anche se - circostanza piuttosto singolare - nessun provvedimento è stato preso dai carabinieri nei confronti del titolare del locale, l’unico che avrebbe potuto (e dovuto) accertarsi della maggiore età degli spettatori.

Ma era proprio necessario mettere le manette ai polsi di Brigitta (manette che, finora, lei aveva sempre indossato in ben altri contesti?). Sì, secondo il gip di Perugia. Motivo? «Sussiste il fondato rischio della reiterazione del reato». Dopo due settimane di penitenza, ora l’avvocato di Brigitta Kocsis (questo il suo vero cognome) è riuscito a ottenere gli arresti domiciliari.
«È stata l’esperienza più brutta della mia vita, una cicatrice che non cancellerò mai dalla memoria. Non so se continuerò a fare la pornostar», si è sfogata Brigitta. E poi: «Trascorrevo l’ora d’aria a prendere il sole e mi mancava il phon per i capelli». Particolarmente loquace il suo legale: «La mia cliente non rinnega ciò che ha fatto durante la sua carriera di attrice, ma in futuro potrebbe maturare esperienze artistiche diverse».

Inoltre - sempre l’avvocato della Bulgari - ha spiegato di aver trovato Brigitta «abbronzata» rispetto all’ultima volta in ci si erano incontrati e «un po’ dimagrita, per via dei giorni trascorsi in carcere». Dove, tra le altre cose, Brigitta ha pure iniziato a scrivere un libro di memorie. Il titolo? «Le mie prigioni. Senza phon».

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