Brignola La tv Franca che piace alla gente

Tant’è, son sempre le donne genovesi a tener banco. Ieri si parlava di Maria Grazia Barile, prima radiocronista italiana al femminile. Oggi ecco un’altra protagonista dell’universo femminile genovese che balza con sempre maggior clamore alla ribalta: Franca Brignola. E tutte, queste donne, di una «certa» generazione, come a significare che la «generazione uscita alla guerra» è ancora la più forte (anche quella maschile, in verità) e lascia ancora pochi spazi a quella successiva (dei quarantenni, per intenderci, che molti definiscono generazione degli insoddisfatti.
Dunque, Franca Brignola, non contenta di guidare la barca televisiva di Telegenova da 28 anni, ha voluto ritrovare il piacere (e il profumo) della carta stampata. In un momento nel quale vanno per la maggiore i nuovi strumenti orribili della tecnologia dell’informazione, ecco che qualcuno ama ritrovare la romantica pagina scritta. E così la Brignola accetta di diventare «direttore» di «Decibel», il quasi settimanale di Benvenuto Picchioni che ha come slogan: «Non sono i giornalisti che fanno il giornale, ma il giornale che fa il giornalista». E dunque un’idea riformatrice ed anche in un certo senso esplosiva, se non fosse che è nata a Genova, città pigra, insensibile, disattenta ad iniziative interessanti. Ed è per questo che Picchioni, per «svegliare» i genovesi, invitarli a scrivere, insomma a «diventare loro giornalisti», ha chiamato Franca Brignola, che in quanto a saper urlare, saper comunicare, saper farsi ascoltare non è seconda a nessuna. Per la verità e per onore di cronaca, questa operazione era stata avviata dalla vostra Novella Eva (a proposito di generazioni uscite dalla guerra). Picchioni aveva offerto alla Vostra la direzione, ma Novella Eva era troppo impegnata con voi. Ha fatto da intermediaria suggerendo il nome di Franca. Picchioni, furbissimo, senza porre indugi, si è gettato in picchiata sulla «preda televisiva» facendo il grande colpo.
E così, da direttrice editoriale, la Brignola diventa «direttore» con promesse interessanti ai giovani scrittori che la seguiranno. Sono, purtroppo, passati i tempi cari a quella «Gazzetta di Genova» con la quale Umberto Bassi riportò alla ribalta la nostra direttrice: anni Ottanta o giù di lì, un direttore (Bassi) di primissimo ordine che aveva capito l’amore e il coraggio di chi voleva diventare giornalista. Franca era una di queste: e si affermò come era giusto. Carta stampata, fogli odorosi di tipografia, titoli col piombo fuso, lynotipisti con le dita sporche di inchiostro: altri tempi, ma utili a forgiare le nuove leve del giornalismo genovese.


A distanza di anni, ecco ancora la voglia di sposare progetti, di avviare iniziative, ancora entusiasmo e tanti stimoli. E ancora una volta, una donna a far da protagonista. Chi dice che il gentil sesso non ama il potere?

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