Paola Setti
Quando parlano di «serrato confronto» trattasi solitamente di scontro avvelenato. Qualcuno poi conferma i pugni sul tavolo e non ci vuol molto a immaginare chi ce labbia con chi e per che cosa: il motivo del contendere è sempre lo stesso, le poltrone, la battaglia finale si gioca su Datasiel, sullErsu e sulle quattro nuove commissioni speciali. Il problema è che la storia si ripete: come per la composizione della giunta e come per la nomina dei direttori generali della sanità, Ds e Margherita gli azionisti di maggioranza fanno incetta di incarichi, lasciando poco anzi nulla ai piccoli, e cioè Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi e Italia dei Valori.
I quali, ecco, saranno pure piccoli, ma rivendicano un ruolo determinante nella vittoria del centrosinistra in regione. Dicono i bene informati che «la partita delle Asl ha lasciato molti feriti sul campo, quindi cè fibrillazione». Aggiungono che i partiti minori si aspettavano quantomeno una compensazione con la partita delle quattro commissioni nuove. Invece.
La presidenza delle «speciali» dovrebbe andare ancora ai due partiti più grossi. Cè il capogruppo della Margherita, Claudio Gustavino, da sistemare. E anche Giovanni paladini, ancora della Margherita, rivendica una commissione. Poi cè il «consigliere anziano» Luigi Cola, Ds, non si può mica lasciarlo fuori. Ne avanza una, è vero, ma non è molto visto il numero dei partiti in corsa e considerato che anche lopposizione reclama almeno un presidente in cotanta spartizione.
Non va bene sugli altri fronti. Ieri la commissione nomine ha stabilito i criteri per la scelta dei consiglieri di amministrazione di Datasiel: esperienza manageriale, competenza, soprattutto restrizioni per chi ha già ruoli in società del settore. I posti sono quattro.
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