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British Open, riflettori sulla Home of Golf

Come ogni cinque anni tutte le star del golf internazionale sono riunite a St. Andrews, the Home of Golf, per contendersi l’Open Championship, il trofeo più affascinante e antico

British Open, riflettori sulla Home of Golf

St. Andrews Come ogni cinque anni tutte le star del golf internazionale sono riunite a St. Andrews, the Home of Golf, per contendersi l’Open Championship, il trofeo più affascinante e antico. Qui si racconta che ormai cinque secoli fa alcuni pescatori della zona si divertissero colpendo dei galleggianti con bastoni di legno per mandarli in buche nel terreno. Il golf sarebbe nato così, tra i verdissimi prati della costa scozzese, e tornare qui alle origini ha un significato particolare per molti giocatori. Tiger ha detto che se potesse giocherebbe qui tutti i Major e come dargli torto visto che nelle ultime due edizioni giocate sull’Old Course si è portato a casa il Claret Jug, la coppa del campione.

Vincere qui vuol dire entrare nella storia del golf al fianco di grandissimi come Jack Nicklaus, Sam Snead, Severiano Ballesteros, Nick Faldo e Woods. Per molti giocare l’Open Championship a St. Andrews è un rito che si ripete ogni lustro da molti anni, per altri è la prima volta e per tutti è un’occasione da non perdere. Lo sa bene Rory McIlroy, giovanissimo campione nord irlandese che ha fatto segnare un giro d’apertura ai limiti del record. Un 63 giocato ieri in mattinata, con condizioni atmosferiche migliori di quelle del pomeriggio, per affermarsi prepotentemente tra i favoriti. È lui il nuovo che avanza. Subito dietro ci sono alcuni dei più accreditati candidati alla vittoria, Tiger ovviamente, sempre lì quando la posta in gioco è alta, Lee Westwood che un Major lo spetta da una vita, e poi Paul Casey, il figiano Singh. Sono rimasti indietro invece alcuni top player come Ian Poulter, Luke Donald e soprattutto Phil Mickelson, sfortunatissimo ieri sui green ha fatto segnare un deludente 73 di apertura. Pienamente in gara sono poi il numero sei del mondo Ernie Els, il campione Open degli Stati Uniti Graeme McDowell, il tedesco Martin Kaymer e il nostro Edoardo Molinari. Il torinese con un giro di tre colpi sotto il par ha confermato il suo ottimo stato di forma.

Dopo la conquista dello Scottish Open settimana scorsa Edoardo vuole conquistare altri punti preziosi per riuscire a entrare nella squadra di Ryder Cup. Sicuramente Colin Montgomerie, capitano del team europeo, un po’ attardato in classifica qui a St. Andrews, lo sta tenendo d’occhio. Giornata negativa invece per Francesco Molinari che con un primo giro in 74 colpi dovrà oggi lottare per passare il taglio. Oggi i giocatori scenderanno in campo a orari invertiti, chi ieri ha giocato in mattinata oggi partirà di pomeriggio e viceversa. Se la condizioni atmosferiche di ieri, ottime di mattina e molto più difficili dopo mezzogiorno, dovessero ripetersi assisteremo a molte rivoluzioni in classifica. Per milioni di spettatori in tutto il mondo questo è il momento di vedere il Grande golf, con la “g” maiuscola perché a St.

Andrews lo spettacolo è assicurato.
(Marcello Gamberale)

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