Mentre allalba di oggi il ciclismo maschile ha scoperto il suo nuovo campione del mondo (larrivo della corsa dei professionisti è previsto intorno alle 7), lItalia del pedale festeggia una nuova maglia iridata, quella vinta ieri mattina da Giorgia Bronzini. Renato Di Rocco, presidente della federciclismo esulta soddisfatto per lennesimo trionfo rosa. Negli ultimi quattro anni, tre titoli mondiali conquistati: dopo Marta Bastianelli e Tatiana Guderzo, ieri pomeriggio sul circuito di Geelong in Australia, ecco Giorgia Bronzini, 27 enne velocista piacentina. Il fattore medaglia coniugato al femminile è un dettaglio marginale nell'era della globalizzazione: «Noi stiamo costruendo il nostro futuro sportivo proprio sul mondo femminile», assicura il presidente del Coni Gianni Petrucci, che dallItalia si è complimentato con la Bronzini.
Le donne vincono sempre di più, quelle italiane in modo particolare. La piacentina è lultima di una lunghissima lista: Fiona May, Josefa Idem, Alessia Filippi, la super Valentina Vezzali, limmensa Federica Pellegrini, Vanessa Ferrari, ma anche Francesca Schiavone e Flavia Pennetta, assieme alle ragazze della pallavolo e persino della ginnastica ritmica costituiscono la colonna portante e nobile di uno sport femminile che chiede pari opportunità e pari attenzioni. Numeri, statistiche, fisiologia, tecnologia applicata e anche un pizzico di furbizia. Lo diceva anche Mario Pescante negli anni Ottanta: «Fra i maschi la concorrenza è altissima, dobbiamo pensare alle ragazze. Sono loro che ci regaleranno le future medaglie». Aveva ragione.
Ha avuto ragione anche Edoardo Salvoldi, il ct pluridecorato del ciclismo femminile, che su Giorgia Bronzini ci puntava da un anno. La piacentina, dopo due mondiali conquistati su pista nella corsa a punti (uno da juniores), ieri lha ripagato con una volata esemplare. «Ancora non ci credo dice Giorgia che è una fan di Renato Zero e adora i film di Carlo Verdone -. È stato un grande lavoro di squadra. Tutte le azzurre si sono sacrificate per la maglia iridata. Ho aspettato il momento giusto, ho capito infatti che potevo e dovevo fare la volata della vita: io sono stata superlativa, le mie compagne fantastiche».
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