Brown: il lavoro prima agli inglesi

da Londra

Nella lista d’attesa per un posto di lavoro i britannici avranno la precedenza sugli immigrati. È questa l’ultima promessa del cancelliere Gordon Brown ormai certo successore di Tony Blair alla carica di primo ministro laburista. Nel corso del congresso generale dei lavoratori, che si è tenuto a Brighton, riferendosi ai 200mila posti di lavoro che verranno creati nell’ambito delle Olimpiadi del 2012, il braccio destro del premier uscente ha assicurato che questa volta i cittadini del Regno saranno in prima fila rispetto agli altri lavoratori, in particolare quelli che provengono dai Paesi dell’Est come, per esempio, i polacchi.
Un’affermazione abbastanza inattesa quella del tesoriere che di certo non combacia con le precedenti aperture del governo Blair ai lavoratori immigrati e che da molti è stata considerata come un segnale di rottura rispetto alle politiche finora appoggiate dal governo laburista.
Blair ha sempre considerato come una vera manna l’ingresso dei lavoratori stranieri in Gran Bretagna, una manodopera a basso costo indispensabile e preziosa per lo sviluppo economico del Regno Unito. I sindacati non hanno mai nascosto la loro ostilità verso questa posizione e, secondo loro, Blair si è reso colpevole di avvantaggiare i lavoratori dell’Est europeo a discapito dei suoi connazionali.
Stando a quanto detto nei giorni scorsi da Brown, la situazione sembra destinata a cambiare significativamente. «È giunto il momento di preparare adeguatamente i lavoratori inglesi ai lavori che si renderanno disponibili nei prossimi mesi. Stiamo per sottoscrivere – ha dichiarato Brown – convenzioni con tutte le maggiori aziende che vorranno offrire dei posti di lavoro ai propri connazionali».
Il cancelliere ha garantito che negozi, alberghi, aziende di ristorazione impegnati nell’ambito delle prossime Olimpiadi londinesi saranno in grado di creare almeno 200mila posti di lavoro.
Ed è sua intenzione trovare un accordo perché questi posti vengano assegnati prima di tutto a persone nate e cresciute in Gran Bretagna.
Una fonte vicina a Brown ha ricordato che non vi è alcuna ostilità da parte del futuro premier nei confronti della manodopera straniera.

«I lavoratori immigrati saranno sempre i benvenuti nel nostro Paese – ha infatti sottolineato Brown nel corso del congresso del sindacato – dal momento che essi costituiscono un grande beneficio per la nostra economia. Allo stesso tempo, però, è giusto che i giovani britannici possano ricevere un addestramento professionale che li renda in grado di competere allo stesso livello in un sistema occupazionale più equo».

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