«Bruciati 570 euro a famiglia Ora avanti con il federalismo»

nostro inviato a Cernobbio

Diceva Carlo Sangalli esattamente due anni fa a Cernobbio, al decimo forum primaverile della Confcommercio: «Per spingere i consumi delle famiglie basterebbe abbassare di un punto il primo scaglione di reddito, dal 23 al 22%, compensandolo con un aumento di un punto dell’aliquota massima, dal 43 al 44%. Il beneficio sarebbe di 500 euro all’anno per tutte le famiglie meno abbienti». Chiediamo ora al presidente della Confommercio, allo stesso forum che intanto è arrivato alla dodicesima edizione: che fine ha fatto quell’ingegnosa proposta? «Speriamo che possa essere recepita nella riforma fiscale...».
Ma intanto di tempo se n’è perso, nel tentativo di recuperare il volano dei consumi, che è il chiodo fisso dell’organizzazione. «Oggi - è l’allarme della Confcommercio - ciascun italiano dispone, a parità di potere d’acquisto, 570 euro all’anno in meno rispetto all’inizio del 2007». Dato ancora più grave, perchè rappresenta «la perdita subita rispetto al periodo pre-crisi». Per arrivare a quei livelli «non basterà neppure aspettare fino al 2014». L’ufficio studi della confederazione stima la crescita nell’1% quest’anno, nell’1,2% nei due anni successivi. Troppo poco. Il tasso d’inflazione raggiungerà nel 2011 il 2,7%, a causa degli incrementi dei costi delle materie prime, per poi ridiscendere. La dinamica del Pil è condizionata dall’andamento dei consumi, a sua volta legato al tasso di occupazione: Confcommercio indica una perdita di consumi pari all’1,8% nel 2009, di cui lo 0,6% direttamente legato alla perdita del posto di lavoro di 640.000 capi famiglia. In assenza di disoccupati - stima Confcommercio - i consumi sarebbero diminuiti dell’1,2% e, quindi, a parità di produttività, «la flessione del Pil sarebbe stata apprezzabilmente inferiore al 5%, in luogo del -5,2% realizzatosi in quell’anno». Sul prodotto interno lordo del 2009 ha pesato la riduzione della spesa media per famiglia, dovuta proprio all’improvviso aumento del tasso di disoccupazione.
La ricetta di Sangalli: «Per avere maggiore crescita e occupazione, occorre fare maggiore leva sulla domanda interna perchè i consumi delle famiglie e gli investimenti contribuiscono per quasi l’80 per cento al Pil. I consumi delle famiglie si rivolgono per l’80% alla produzione nazionale, per la quale rappresentano uno stimolo immediato. Quindi più consumi per avere più produzione e occupazione». Sangalli ha battuto sul tema delle riforme, essenziali per il progresso del Paese, e ha indentificato nel federalimo fiscale la «madre di tutte le riforma». Tuttavia ha notato: «Nel drecreto si pongono i presupposti per un appesantimento del prelievo fiscale sulle attività produttive».


Sangalli ha anche elencato i sette temi messi a fuoco dalla Confcommercio per contribuire alle strategie di Europa 2020: la parità delle regole in tema di concorrenza, l’innovazione nei servizi, il rapporto tra città e sistema commerciale, la valorizzazione delle risorse legate al turismo, un piano per la mobilità urbana dei cittadini, la produzione di energie rinnovabili e la costruzione di reti d’impresa per la crescita delle Pmi. Lo sfondo di tutto è rappresentato da un clima di sempre maggior collaborazione tra impresa e lavoro.

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