Un omicidio orribile, nato tra miseria e disperazione, e scoperto dopo pochi mesi. Allorigine una lite per un cellulare di moda e pochi litri di vino. Per questo un romeno di 40 anni la notte di Santo Stefano nel 2009 è stato picchiato a morte, bruciato e messo sui binari sotto un cavalcavia della linea Roma-Cassino per essere fatto a pezzi da un treno in corsa. Tutto perché non voleva cedere qualche litro di vino e quel telefonino, venduto dai suoi assassini a 20 euro. Luomo, senza fissa dimora, è stato ucciso da due connazionali clochard di 39 anni, arrestati dagli agenti della mobile.
La lite è cominciata la sera di Santo Stefano dello scorso anno, quando i tre clochard si erano incontrati in attesa di andare a festeggiare con dieci litri di vino che avevano comprato. Ma dopo aver alzato il gomito, sotto il cavalcavia ferroviario allaltezza di Vermicino, dove dormiva la vittima, i due hanno picchiato il loro amico per prendersi le sue bottiglie di vino e il cellulare. La vittima è stata lasciata a terra in fin di vita per due giorni mentre i due assassini di tanto in tanto aspettavano che lamico, agonizzante, morisse. Solo a quel punto hanno venduto il suo cellulare racimolando 20 euro. Poi i due romeni hanno tentato di far sparire il corpo, prima bruciandolo e poi mettendolo sui binari della ferrovia per farlo fare a pezzi dai treni in corsa. Ne è rimasto solo un corpo mutilato.
Bruciato e fatto a pezzi per un cellulare
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