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«Ma la bruma della Versilia è un bene che non ha prezzo»

Lo scrittore Manlio Cancogni, classe 1916, appartiene alla Versilia, cui ha dedicato parecchie pagine e di cui è il genius loci, in seconda battuta alla Toscana e poi infine all’Italia.
Cancogni, ha sentito? Le bellezze italiche tutte insieme valgono 20 miliardi di euro.
«È già difficile dare un valore monetario a un’opera d’arte, figuriamoci a un paesaggio. Detto questo, mi sembra che siano stati un po’ tirati».
In che senso?
«Io avrei fatto molto di più di 20 miliardi di euro. L’Italia ha un paesaggio unico, cangiante come nemmeno in Francia: qui ogni cento chilometri si entra in un’atmosfera diversa».
Nella lista dei brand paesaggistici più preziosi la Toscana compare due volte: colline del Chianti e Versilia.
«La Versilia, un tempo palude, la considero Toscana per modo di dire, in realtà è un tratto di pianura padana trasferito lungo la costa tirrenica. Attraversandola, tempo fa, a volte mi pareva di trovarmi a Piacenza, coi filari di pioppi e i canali e con le Apuane come unicum. E poi la luce. È brumosa, nordica. La vedeva così già D’Annunzio, negli anni di San Rossore, guardando a nord».
E il Chianti?
«Il Chianti ha una lucentezza diversa: decenni fa - se si pensa all’Italia bisogna pensare a quella di sessant’anni fa, almeno io faccio così - era diviso a poderi, con piccole vigne e case coloniche la cui qualità era senza pari.

Questo, in fondo, ha dato valore al nostro paesaggio: l’armonica presenza dell’uomo».

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