RomaTutto è partito dal 25 aprile scorso. Quando «il presidente del Consiglio aveva il massimo di consenso, non solo nei sondaggi ma anche nellopinione pubblica, maggioranza e opposizione. Da quel giorno è iniziata una damnatio personae che parte da gruppi editoriali e da una parte dell'opposizione...».
Il ministro Renato Brunetta torna sulla denuncia di «golpe», nel corso della trasmissione In mezz'ora di Lucia Annunziata, precisando termini e contenuti di quell«attacco per sovvertire il voto popolare» sferrato dal «partito di Repubblica e L'Espresso». Incalzato dalle domande della giornalista, Brunetta chiarisce che il quotidiano diretto da Ezio Mauro avrebbe agito «liberamente, legittimamente», almeno fino a quando non ha varcato la soglia della calunnia e della diffamazione del premier. A esso si sono aggiunte «élite parassitarie» che, come «già nel 94», tentano di abbattere Berlusconi: gruppi della «cattiva politica, del cattivo sindacato e della cattiva magistratura che, vedendosi attaccate in questo loro parassitismo, si sono aggiunte allandamento golpista». Un progetto che potrebbe ancora riuscire, anche se in questo periodo «sarebbe folle» andare alle elezioni anticipate, a meno che però «lalternativa non fosse il governissimo, un vero imbroglio».
Del progetto, chiarisce ancora Brunetta, non fa parte il Corriere della Sera, il cui direttore, Ferruccio de Bortoli, «è una persona perbene, della cui amicizia mi onoro». Alla stessa stregua, il ministro dichiara di essere convinto che il presidente Giorgio Napolitano sia un «galantuomo: però non è unoffesa dire che è stato eletto dalla sinistra, come ha fatto Berlusconi. Non è un attacco allistituzione: una volta eletto uno accetta che sia il presidente di tutti. E per me lo è. Però non cè scritto da nessuna parte della Costituzione che sia super partes... Il rispetto va dato a tutte le istituzioni, non solo al presidente della Repubblica, ma anche a chi ha uninvestitura popolare... Come dare torto al presidente del Consiglio?».
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