Bruxelles sta per varare la procedura d’infrazione

La Commissione europea dovrebbe decidere martedì prossimo a Strasburgo un nuovo scatto nella procedura di infrazione a carico dell’Italia nella vicenda della legge anti-Edf. Secondo Bruxelles le nuove norme italiane «non danno piena attuazione» alla sentenza della Corte di giustizia Ue che ha ritenuto illegale la sospensione automatica dei diritti di voto inerenti a partecipazioni superiori al 2% del capitale delle imprese italiane nei settori dell’elettricità e del gas (norma anti-edf). Stando alle stesse fonti la Commissione dovrebbe formulare, come prescrive l’articolo 228 del trattato Ue, «un parere motivato precisando i punti sui quali l’Italia non si è conformata alla sentenza della Corte di giustizia». Nella sentenza dell’estate 2005, la Corte aveva dichiarato che mantenendo in vigore il decreto legge del 25 maggio 2001 (poi legge 301) sulle misure per salvaguardare i processi di liberalizzazione e privatizzazione di specifici settori dei servizi pubblici, «l’Italia è venuta meno» agli obblighi che le incombono secondo le norme sulla libera circolazione dei capitali nel mercato unico».

La legge prevede la sospensione automatica dei diritti di voto inerenti a partecipazioni superiori al 2% del capitale sociale di imprese che operano nell’elettricità e nel gas quando tali partecipazioni siano acquisite da imprese pubbliche non quotate in mercati finanziari regolamentati e che beneficiano nel proprio mercato nazionale di una posizione dominante.

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