Siamo in 28 e manco lo sapevamo. A regalare allUnione europea il suo ennesimo, invisibile e indesiderato Paese membro ci pensa Bucarest. Che - tanto per non sbagliare - ci aggiunge anche un corollario di migranti allo sbando. Per capirlo basta farsi un giro nel quartiere delle ambasciate di Chisinau, la capitale della Moldavia, il più derelitto Paese europeo, un residuato dimpero sovietico dove leconomia non supera gli standard di quella del Sudan. In quella miseropoli dimenticata, famosa un tempo solo per i traffici dauto rubate e le ragazze destinate ai mercati della prostituzione, la gente passa le giornate in fila davanti allambasciata di Bucarest. Lì per ordine del presidente romeno Trian Basescu si sono aperti i confini di un Nuovo Eldorado. Lì lavora a pieno ritmo la macchina del perverso laboratorio destinato a creare la Grande Romania. Lì è in piena incubazione il nuovo flagello che spingerà in Italia e negli altri Paesi dellUnione nuove orde di derelitti.
Negli uffici dellambasciata i funzionari sfornano a tutto spiano nuovi passaporti romeni capaci di garantire ai moldavi il diritto di libera circolazione in Italia e negli altri 27 Paesi dellUnione. Fino a oggi la politica di Bucarest ha regalato il magico documento a oltre 120mila moldavi. Ma è solo linizio. Per imprimere maggior lena alla moltiplicazione dei moldavi con passaporto romeno Bucarest ha appena fatto aprire due nuovi consolati nella città di Balti a nord e in quella di Cahul a sud. Tutto è pronto, insomma, per il miracolo destinato, a regalare allItalia e allUnione europea 800mila indesiderati turisti alla ricerca di lavoro o attività succedanee nel settore del crimine.
Il sortilegio che promette di trasformare i 3,6 milioni di moldavi in unappendice della Romania - e in un nuovo disastrato angolo dEuropa - inizia un anno fa. Dopo le contestate elezioni del luglio 2009 quattro partitini riuniti sotto il nome-miraggio di Alleanza per lintegrazione europea riescono a sconfiggere legemone Partito comunista sopravvissuto al crollo dellUnione sovietica e a formare un nuovo governo. Dietro quella vittoria si nasconde la regia accorta di Bucarest, lo zampino del loro discusso presidente e il sogno che i nazionalisti romeni più moderati chiamano futuro comune e i meno discreti Grande Romania. Le radici del sogno risalgono alla fine della prima guerra mondiale quando la piccola Moldavia, allora chiamata Bessarabia, sfugge al controllo bolscevico facendosi annettere dalla Romania. Ma alla fine della seconda guerra mondiale la Grande Romania si sgretola e la Moldavia viene annessa allUnione Sovietica. La rinascita di quel sogno rischia - 65 anni dopo - di rivelarsi fatale per lUnione europea e per unItalia già oggi meta privilegiata di tanti clandestini moldavi.
Nel frattempo il governo dell Alleanza per lintegrazione europea sembra anelare allassimilazione forzata. Nove dei 53 ministri di Chisinau esibiscono già ora un passaporto romeno e altri 11 sono in attesa di ottenerlo. Il nuovo documento non serve certo a favorire la libertà di circolazione tra i due Paesi fratelli.
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